Mutazioni da studiare

Dall’analisi di duecento campioni prelevati da persone che avevano contratto il vaiolo delle scimmie negli Stati Uniti è emerso che il virus sta mutando. Un rapporto dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc), pubblicato su bioRxiv e non ancora sottoposto a revisione paritaria (peer review), descrive mutazioni in alcuni casi sostanziali. Un campione, per esempio, è privo del 7 per cento del genoma originario. I virologi spiegano però che mutazioni di questo tipo sono normali. I virus a dna come quello del vaiolo mutano con il passare del tempo, anche se più lentamente di quelli a rna come il sars-cov-2. Al momento non è possibile fare previsioni sull’evoluzione del virus, anche perché non si conoscono le funzioni di molti geni. Ma bisogna monitorare attentamente la situazione, scrive Nature. Più il virus circola più si trasforma, e non si può escludere che le mutazioni influiscano in futuro sulla trasmissione, la diagnosi e l’efficacia delle cure.

La proteina che aiuta il virus

È possibile che il virus del covid-19, il sars-cov-2, agisca sul dna delle cellule umane per ostacolare la risposta immunitaria. Alcuni ricercatori hanno analizzato una proteina prodotta dal virus, la orf8, finora considerata accessoria ma che potrebbe avere un ruolo importante. È emerso infatti che la proteina è molto simile agli istoni, in particolare all’h3. Gli istoni sono proteine umane che si legano al dna e lo “impacchettano”, regolandone l’accessibilità e quindi l’attivazione. Secondo i ricercatori, la proteina orf8 imiterebbe l’istone h3, interferendo con il dna. La conseguenza, per una serie di meccanismi complessi, sarebbe la mancata attivazione di parti del dna responsabili della risposta immunitaria. Il meccanismo era già stato osservato in altri virus, ma mai in un coronavirus. L’ipotesi degli scienziati è che la proteina orf8 sia responsabile della gravità del covid-19. La tesi è avvalorata da quanto avvenuto a Singapore, dove nel 2020 è comparsa una mutazione rara senza la sequenza orf8 del virus sars-cov-2, associata a forme lievi della malattia e a una buona risposta immunitaria. ◆

Una seta più resistente

I ricercatori dell’università di Tianjin, in Cina, hanno creato una seta artificiale metallica ultraresistente. La tecnica si basa sulla rigenerazione delle fibre proteiche dei bozzoli del baco da seta Bombyx mori in una soluzione con l’enzima papaina e poi in un’altra con zucchero, etanolo, zinco e ferro. In natura la seta del baco è molto meno resistente di quella del ragno. Ma la versione artificiale metallica, scrive Matter, resiste a sollecitazioni superiori del 70 per cento rispetto alla seta del ragno.

Microrganismi su Marte?

M. Kornmesser/Eso

È possibile che più di 3,7 miliardi di anni fa ci fosse vita su Marte (nell’immagine elaborata al computer). Sulla superficie marziana, infatti, potrebbero essersi sviluppati microrganismi che consumano idrogeno ed emettono metano. La loro presenza potrebbe aver raffreddato il pianeta, scrive Nature Astronomy, riducendone l’abitabilità. A quel punto i microrganismi si sarebbero spinti in profondità prima di estinguersi. La simulazione ha individuato alcuni punti del pianeta dove potrebbe essere più facile trovare antiche tracce di vita.

I benefici dell’e-bike

Secondo alcuni ricercatori usare la bici elettrica ha effetti positivi, anche se limitati, sulla salute. Le e-bike richiedono un impegno fisico nettamente inferiore rispetto alle bici tradizionali, che non può essere considerato attività sportiva. Ma permettono di pedalare anche a chi non userebbe una bici tradizionale, come le persone obese o anziane. Gli utilizzatori di bici elettriche sono però, scrive , più soggetti a incidenti.

San Diego Zoo Wildlife Alliance

Biologia Molte specie di scimmie stanno abbandonando gli alberi, spinte dalla pressione antropica, dalla deforestazione e dalla crisi climatica. I ricercatori, scrive Pnas, hanno analizzato venti siti in Madagascar e 48 nelle Americhe, scoprendo che le scimmie trascorrevano più tempo a terra, mangiavano meno frutta e vivevano in gruppi più grandi. Nella foto: un sifaka di Verreaux

Paleontologia Un piccolo rettile, lo scleromoclo (Scleromochlus taylori), potrebbe essere un antenato degli pterosauri, gli enormi rettili volanti dell’epoca dei dinosauri. Lo scleromoclo, vissuto tra 240 e 210 milioni di anni fa, era lungo circa venti centimetri e si nutriva di insetti, scrive Nature. Alcuni ricercatori ne hanno ricostruito lo scheletro usando tecnologie moderne e basandosi su un fossile in cattivo stato di conservazione trovato più di un secolo fa in Scozia.

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1482 - 14 ottobre 2022
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