Nella Federal trade commission (Ftc, l’antitrust degli Stati Uniti) ci sono molte persone che investono abitualmente nella borsa di Wall street. “Negli ultimi anni la Ftc ha aperto inchieste su quasi tutte le grandi aziende statunitensi, dai colossi della tecnologia a chi gestisce le carte di credito fino ai produttori di armi”, scrive il Wall Street Journal. Ma allo stesso tempo diversi dirigenti della commissione hanno rivelato di aver investito in azioni, obbligazioni e fondi più dei colleghi che lavorano nelle principali autorità di vigilanza del paese. “Un terzo dei dirigenti”, continua il quotidiano, “ha comprato azioni di aziende al centro di controlli o inchieste della Ftc”.
Investitori nell’antitrust
Aiuti illegali
Il 19 ottobre il produttore francese di cemento Lafarge ha ammesso davanti a un tribunale statunitense di aver sostenuto il gruppo Stato islamico e altre organizzazioni terroristiche, scrive la Bbc. L’azienda pagherà una multa di 777,8 milioni di dollari per i finanziamenti erogati nel 2011 per tenere aperto un cementificio siriano minacciato dai terroristi.
Nuove regole per il gas
Il 18 ottobre la Commissione europea ha presentato un pacchetto studiato per coordinare gli acquisti di gas e condividere gli stoccaggi in caso d’emergenza, scrive Politico. Bruxelles chiede che nel 2023 i paesi dell’Unione europea comprino in comune il 15 per cento del gas. Entro l’aprile del 2023, inoltre, vuole creare un nuovo indice che permetta di stabilire il prezzo del gas naturale liquefatto. Sono previsti anche dei limiti al prezzo del gas naturale fissato nei contratti di fornitura attraverso il Title transfer facility (Ttf) di Amsterdam. Infine, ogni governo avrà dodici ore di tempo per rispondere alla richiesta
d’aiuto di un altro paese e tre giorni per soddisfarla in cambio di un’adeguata compensazione.
Meno greggio da vendere
La produzione di greggio del giacimento russo Sakhalin-1 gestito dalla Exxon Mobil è crollata dopo il rifiuto del colosso energetico statunitense di accettare la copertura assicurativa delle petroliere offerta dalle aziende locali, una copertura che le assicurazioni occidentali non possono garantire a causa delle sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina, scrive la Reuters. Le navi che trasportano il greggio estratto dal Sakhalin-1 appartengono all’azienda di stato russa Sovcomflot. La produzione è scesa a diecimila barili al giorno, contro i 220mila al giorno registrati prima della guerra. Il 18 ottobre la Exxon Mobil ha annunciato l’uscita dal Sakhalin-1, di cui possedeva il 30 per cento del capitale. Il 7 ottobre Mosca aveva imposto come gestore la Sakhalinmorneftegaz-Shelf, una controllata del colosso petrolifero di stato Rosneft, e si era riservato il diritto di decidere se gli azionisti stranieri del progetto (la Exxon, l’indiana Ongc e la giapponese Sodeco ) potevano mantenere le loro quote. ◆
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