“I braccianti nepalesi assunti per raccogliere la frutta nelle fattorie britanniche sono stati rimandati a casa dopo poche settimane e con debiti per migliaia di sterline”, scrive l’Observer. Queste persone erano arrivate all’inizio di settembre nel Regno Unito grazie alle norme varate da Londra per attirare i lavoratori stagionali. Sostengono, spiega il settimanale, che gli fossero stati offerti sei mesi di lavoro. “Ma dopo meno di due mesi, gli è stato detto che non c’era più bisogno di loro, invitandole a prenotare il volo di ritorno in Nepal. Così ora devono restituire i soldi presi in prestito per pagare il viaggio nel Regno Unito e le provvigioni dovute agli intermediari che gli hanno trovato il lavoro. Tra l’altro, hanno dovuto sostenere costi aggiuntivi per anticipare la data del ritorno”. Ad alcuni lavoratori che non hanno i soldi per tornare subito a casa è stato intimato di abbandonare al più presto la fattoria in cui erano stati assunti (un’azienda che fornisce frutta a grandi catene di supermercati), se non volevano essere estromessi dalle future liste di lavoratori stagionali. Ora hanno grandi difficoltà a trovare un’altra occupazione con cui ripagare i debiti. Ricevono risposte negative da ristoranti e negozi a causa del loro visto, che limita fortemente la possibilità di lavorare in settori diversi da quello agricolo. Il caso dei braccianti nepalesi, conclude l’Observer, solleva ulteriori dubbi sulle norme che agevolano l’assunzione di lavoratori stagionali, spesso accusate di favorire lo sfruttamento dei lavoratori. ◆
Sfruttati e rispediti a casa
Mutui svantaggiosi
Per anni le banche polacche hanno consigliato a chi voleva ottenere un mutuo ipotecario di chiedere un prestito in franchi svizzeri, per sfruttare il tasso d’interesse vantaggioso applicato nella Confederazione elvetica rispetto alla Polonia. Nessuno, fa notare il Financial Times, gli illustrava i rischi legati a un prestito trentennale in valuta straniera, in particolare il possibile peggioramento del tasso di cambio: dopo la crisi del 2008, infatti, il valore del franco svizzero rispetto allo złoty è raddoppiato, mettendo in crisi molte famiglie polacche. Anche se questo tipo di credito non è stato più concesso dopo il 2008, oggi in Polonia ci sono ancora 347mila mutui in franchi svizzeri. Alcuni cittadini si sono rivolti ai giudici chiedendo che le banche si accollino i maggiori costi per i debitori, com’è successo per casi simili in altri paesi, soprattutto nell’Europa centrorientale. Se il tribunale gli desse ragione, il sistema bancario polacco dovrebbe sostenere spese altissime, e alcuni istituti rischierebbero l’insolvenza. ◆
Scorte in esaurimento
La guerra in Ucraina e le sanzioni occidentali stanno riducendo progressivamente le riserve di Mosca, scrive il Wall Street Journal. Secondo i dati pubblicati dal ministero delle finanze russo, a ottobre 2022 il bilancio pubblico aveva un avanzo di 128 miliardi di rubli (circa 2,1 miliardi di dollari), in netto calo rispetto al surplus di 2.300 miliardi di rubli registrato nello stesso mese del 2021. Negli ultimi mesi, spiega il quotidiano finanziario statunitense, il Cremlino ha usato le enormi risorse assicurate dalla vendita di materie prime per sostenere il sistema industriale, sovvenzionare i consumi della popolazione e ovviamente finanziare l’invasione dell’Ucraina.
Anche Amazon licenzia
Amazon si sta preparando a licenziare diecimila dipendenti, man mano che va avanti la profonda revisione dei costi aziendali voluta dall’amministratore delegato Andy Jassy, scrive la Bbc. In precedenza il gruppo aveva già deciso di congelare le assunzioni, l’apertura di nuovi magazzini e progetti come lo sviluppo di robot che effettuano consegne.
Una causa legale sui vaccini
L’azienda farmaceutica statunitense Moderna ha avviato un’azione legale sull’uso della sua tecnologia mRna alla base dei vaccini contro il covid-19 . Nel 2020, scrive il Financial Times, quando in tutto il mondo si cercava di sviluppare un vaccino per fermare la pandemia, la Moderna aveva dichiarato che non si sarebbe opposta all’uso della sua tecnologia da parte di aziende concorrenti. Ora, se vince la causa, strapperà diritti miliardari a rivali come la Pfizer e la Biontech, le prime a lanciare un vaccino a mRna. Ma probabilmente un aspetto più importante, osserva il quotidiano britannico, è il segnale che la Moderna intende dominare il promettente mercato dei vaccini sviluppati con questa tecnologia.
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