Dopo le dichiarazioni razziste del presidente Kais Saied, in Tunisia sono state registrate decine di aggressioni contro gli africani subsahariani che vivono nel paese. Costa d’Avorio, Mali, Gabon e Guinea si sono attivati per rimpatriare centinaia di persone. Il 4 marzo più di tremila tunisini hanno partecipato a una manifestazione convocata dal sindacato Ugtt per denunciare il razzismo e la recente ondata di arresti di leader politici e giornalisti critici verso il presidente. “Non sapendo più con chi prendersela per giustificare i suoi fallimenti, Saied ha preso di mira gli africani subsahariani”, scrive il quotidiano Al Quds al Arabi. La situazione economica si aggrava e la Tunisia non è più in grado di pagare le importazioni. C’è carenza di zucchero, pasta e altri beni di prima necessità. I negoziati per un prestito del Fondo monetario internazionale sono a un punto morto e la Banca mondiale ha annunciato il 6 marzo la sospensione sia del partenariato con la Tunisia sia dei colloqui sulla direzione strategica del paese. Da Bamako, Conakry e Dakar sono partiti appelli online a boicottare i prodotti di aziende tunisine. ◆
Via da Tunisi
I prigionieri dell’eroina
La dipendenza da eroina ha assunto le proporzioni di un’epidemia nelle isole Seychelles, al largo delle coste dell’Africa orientale, dove si stima che un decimo della popolazione attiva assuma regolarmente questa droga. Per sopperire alla carenza di manodopera, sono stati chiamati dei lavoratori stranieri. In un carcere visitato dai giornalisti di Bbc Africa Eye, le guardie sono tanzaniane e il loro lavoro è organizzato in modo che non debbano restare troppo a lungo in una sezione, per evitare di essere coinvolte in traffici illeciti di droga. Il presidente Wavel Ramkalawan, in carica da due anni, ha ammesso che la situazione è grave e che il suo paese “è il primo al mondo per consumo di eroina pro capite”. Le isole si trovano lungo le rotte del narcotraffico che vanno dall’Afghanistan e dall’Iran all’Africa orientale e da lì in Europa. La droga arriva via mare, su piccole imbarcazioni, ed è poi rivenduta da spacciatori locali. Nella foto, in un carcere di Victoria, la capitale, 2019.
Diritti non acquisiti
Alla fine di febbraio la corte suprema del Kenya ha stabilito che il governo ha sbagliato a non autorizzare la registrazione di un’associazione lgbt nel 2015, discriminando di fatto questa comunità. I matrimoni omosessuali sono illegali in Kenya, ma l’alto tribunale ha riconosciuto che questo non ha niente a che vedere con il diritto delle persone lgbt di formare un’associazione. Come riporta il sito dell’emittente keniana Ntv, il presidente William Ruto ha detto di rispettare il verdetto della corte, precisando, però, che “non lascerà che il suo paese vada in quella direzione”. Nel vicino Uganda il 28 febbraio il parlamentare Asuman Basalirwa ha presentato una proposta di legge per sanzionare “la promozione, il reclutamento e il finanziamento” delle attività lgbt. Nel paese le relazioni tra persone dello stesso sesso sono vietate dal codice penale che risale all’epoca coloniale. Una dura legge contro i gay era entrata in vigore nel 2014, ma è stata successivamente annullata dalla corte costituzionale. Secondo l’attivista per i diritti umani ugandese Frank Mugisha, che scrive su The Monitor, “tutto il dibattito contro i gay è solo un diversivo per allontanare l’attenzione degli ugandesi dai loro veri problemi”. L’omosessualità è considerata un crimine in più di trenta dei 54 paesi africani.
Raid israeliano su Aleppo
ll direttore generale dell’aviazione civile siriana, Bassem Mansour, ha dichiarato che Israele ha bombardato il 7 marzo l’aeroporto di Aleppo, in Siria, interrompendo il traffico aereo e la distribuzione degli aiuti umanitari. L’Osservatorio siriano per i diritti umani parla di tre morti. Secondo Haaretz, le difese antiaeree siriane avrebbero in effetti intercettato dei missili lanciati dal mar Mediterraneo, a ovest di Latakia. Il giornale siriano indipendente Enab Baladi riporta la teoria del centro israeliano Alma, specializzato in sicurezza, secondo il quale l’aeroporto era usato dai Guardiani della rivoluzione iraniani per il contrabbando di armi.
Sudafrica Il 6 marzo Kgosientsho Ramokgopa è stato nominato ministro dell’elettricità, dopo un rimpasto di governo. Ramokgopa dovrà risolvere la crisi dell’azienda elettrica pubblica Eskom.
MauritaniaIl 5 marzo quattro jihadisti, due condannati a morte, sono evasi da un carcere di Nouakchott, uccidendo due guardie. La Mauritania non registra attacchi terroristici dal 2011, nonostante la vicinanza con il Mali.
Palestina Sei palestinesi sono stati uccisi durante un raid dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, il 7 marzo.
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