È noto che l’ansia fa battere più velocemente il cuore. Ora un nuovo studio sui topi dimostra che è vero anche il contrario: aumentando artificialmente il battito cardiaco cresce l’ansia. I ricercatori dell’università di Stanford l’hanno verificato usando la tecnica dell’optogenetica, che permette di controllare con la luce l’attività delle cellule di topi modificati geneticamente. Grazie a dei “giubbotti” speciali, i ricercatori hanno aumentato la frequenza cardiaca dei roditori da 660 battiti al minuto a 900. È emerso che la tachicardia indotta dalla luce alimentava i comportamenti ansiosi. I ricercatori, scrive Nature, ipotizzano che l’insula, una regione del cervello, abbia un ruolo chiave nell’elaborazione dei segnali di pericolo: di fronte a una minaccia, prima che il cervello possa elaborarla, il cuore batte più velocemente per allertarlo.
Segnali di pericolo
Migrazioni antiche
La genetica ha permesso di ricostruire in parte i movimenti delle popolazioni preistoriche in Europa. Le analisi sono state effettuate su 116 cacciatori-raccoglitori vissuti in Eurasia durante la preistoria, fra 35mila e cinquemila anni fa. L’Homo sapiens raggiunse l’Europa dall’Africa circa 45mila anni fa, ma i primi colonizzatori non sembrano aver lasciato discendenti, come suggeriscono i pochi genomi disponibili per quest’epoca. Tuttavia, nella grotta di Goyet, in Belgio, sono state trovate tracce genetiche risalenti a 35mila anni fa presenti in popolazioni vissute in tempi più recenti. Individui con le caratteristiche genetiche di quelli della grotta di Goyet vissero nella penisola iberica circa 21mila anni fa, all’epoca della massima estensione dei ghiacci sul continente, avvenuta tra 26mila e 19mila anni fa. Si pensa quindi che queste popolazioni si rifugiarono nella penisola iberica, probabilmente più calda di quella italiana, e ripopolarono poi l’Europa quando il clima diventò più mite. Dalle analisi è emerso anche che circa 17mila anni fa una popolazione balcanica si trasferì in Sicilia. ◆
Meno carne, più verdure
È bastato ascoltare una conferenza di cinquanta minuti sugli effetti negativi di una dieta a base di carne sulla salute e degli allevamenti sul clima per modificare le abitudini alimentari di cento studenti di un college statunitense. Osservando il loro comportamento nella mensa universitaria nei tre anni successivi, scrive Nature Food, si è rilevata una riduzione del 9 per cento del consumo di carne e un aumento del 20 per cento di quello di verdure. Secondo un rapporto del World resources institute, una riduzione del consumo di carne a due hamburger a settimana contribuirebbe in modo sostanziale a diminuire le emissioni di gas serra.
Dart, missione compiuta
Cinque articoli pubblicati su Nature analizzano i risultati ottenuti dalla missione spaziale Dart della Nasa. Il 26 settembre 2022 una sonda ha colpito intenzionalmente l’asteroide Dimorphos (nella foto), che orbita intorno a un asteroide più grande, Didymos, modificandone la traiettoria. Secondo gli studi, il successo della missione è dipeso soprattutto dal punto d’impatto centrale e dalla quantità di materiale perso da Dimorphos. Lo scopo della missione era verificare la possibilità di deviare un asteroide diretto verso la Terra.
Il cancro nel 2023
Nel 2023 è prevista una riduzione della mortalità per cancro nell’Unione europea. I decessi per tumore al polmone dovrebbero diminuire tra gli uomini e rimanere stabili tra le donne, mentre quelli per tumore al pancreas dovrebbero rimanere stabili tra gli uomini e aumentare tra le donne. La situazione è peggiore per le donne con più di 65 anni, tra cui ci sono più fumatrici rispetto alle generazioni successive, scrivono gli Annals of Oncology.
Genetica Alcuni ricercatori hanno analizzato il dna delle viti per capire le origini della loro coltivazione. L’analisi genetica mostra che la vite è stata coltivata a partire da undicimila anni fa nel Caucaso meridionale e in Medio Oriente. Nel Caucaso l’uva era usata per produrre vino, mentre in Medio Oriente come prodotto alimentare da tavola. Le attuali viti europee per la vinificazione, scrive Science, derivano da incroci di piante selvatiche europee e mediorientali.
Covid-19 Secondo un’indagine condotta negli Stati Uniti, durante la pandemia di covid-19 circa un quarto dei genitori ha tenuto nascosto il contagio dei propri figli. Molti intervistati hanno ammesso di aver violato le regole, scrive Jama Network Open, per evitare conseguenze nella propria vita personale, per difficoltà sul lavoro o per “proteggere i figli”.
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