La corte costituzionale del Kuwait ha annullato il 19 marzo le elezioni legislative del settembre 2022, pronunciandosi a favore del reinsediamento del parlamento precedente, eletto nel 2020 e sciolto a giugno. L’opposizione, che per anni ha boicottato il voto denunciando le ingerenze dell’esecutivo, a settembre aveva ottenuto la maggioranza dei seggi. Da allora gli scontri tra il parlamento e il governo hanno bloccato il paese, spiega Al Anba. Il quotidiano governativo ricorda che “il Kuwait ha una vita politica vivace anche se il potere è nelle mani della famiglia reale”. Nella foto: il presidente del parlamento Marzouq al Ghanim a Kuwait City il 21 marzo 2023
La decisione della corte
Contro gli omosessuali
Il 21 marzo il parlamento ha approvato una legge che prevede pesanti pene detentive per le persone che hanno relazioni omosessuali, scrive Africa News. Potranno essere punite anche le persone che affermano di appartenere alla comunità lgbt+. Tocca ora al presidente Yoweri Museveni promulgare la legge o opporre il suo veto.
Rabbia nelle strade
Un manifestante è morto e 238 sono stati arrestati il 20 marzo negli scontri tra le forze dell’ordine e i sostenitori dell’opposizione a Nairobi e nell’ovest del Kenya. Il capo dell’opposizione, Raila Odinga, il cui convoglio è stato colpito dai gas lacrimogeni, ha invitato a protestare contro l’inflazione e il governo tutti i lunedì. The Nation spiega che sono i primi disordini dall’arrivo al potere di William Ruto, vincitore delle elezioni dello scorso agosto, contestate da Odinga. Lo stesso giorno ci sono state manifestazioni anche in Sudafrica, organizzate dal partito di sinistra radicale Combattenti per la libertà economica, per chiedere le dimissioni del presidente Cyril Ramaphosa, considerato responsabile della disoccupazione, delle disuguaglianze e delle interruzioni di corrente che continuano nel paese. Più di 550 persone sono state arrestate .
Il ciclone più lungo
“Il Malawi è già sopravvissuto ad altre tempeste. Ma nessuna è come questa”. Così titola il giornale The Continent, commentando il passaggio del ciclone Freddy, che ha provocato la morte di più di 650 persone nell’Africa australe: almeno 499 in Malawi e le altre soprattutto in Mozambico e Madagascar. Dal 12 marzo e per sei giorni nel sud del Malawi è caduto l’equivalente di sei mesi di pioggia, provocando una grave crisi umanitaria, con più di mezzo milione di persone colpite dalla catastrofe. Il ciclone Freddy si era formato all’inizio di febbraio al largo dell’Australia, ha fatto una traversata di più di ottomila chilometri e potrebbe essere quello con la durata più lunga mai registrata. The Continent ricorda che è il terzo ciclone a colpire il Malawi in un anno e rischia di aggravare l’epidemia di colera che ha già ucciso più di 1.700 persone. Il giornale accusa le industrie petrolchimiche negli Stati Uniti e in Europa di avere impedito azioni per evitare gli eventi climatici estremi: “Gli abitanti del Malawi hanno pagato il prezzo dei loro profitti”. ◆
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