L’inquinamento atmosferico incide sul rischio di sviluppare forme di demenza senile, anche in caso di esposizione inferiore ai limiti fissati dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dall’Unione europea. È emerso da una metanalisi condotta da alcuni ricercatori dell’Harvard T. H. Chan school of public health di Boston, negli Stati Uniti, che hanno sintetizzato i dati di sedici ricerche degli ultimi dieci anni. Per ogni aumento di due microgrammi per metro cubo dei livelli di particolato fine PM2,5, il rischio di demenza aumenta del 4 per cento. Anche l’esposizione all’ossido e al biossido di azoto sarebbe un fattore di rischio, ma non quella all’ozono. La ricerca è però preliminare e mancano i dati dei paesi a basso e medio reddito, avverte il British Medical Journal. Tuttavia, conferma l’urgenza d’identificare i fattori di rischio controllabili per intervenire con politiche mirate. Secondo le stime, che tengono conto dell’invecchiamento della popolazione, il numero delle persone con forme di demenza potrebbe triplicare in trent’anni, superando i 150 milioni.
Demenza da smog
Alle origini del virus
Nel gennaio 2020 nel mercato Huanan di Wuhan, in Cina, c’erano molti animali e c’era anche il sars-cov-2, il virus del covid-19. Ora uno studio condotto dai ricercatori del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, pubblicato su Nature, conferma l’esistenza di campioni con tracce genetiche di animali selvatici e del virus. I ricercatori hanno analizzato quasi mille tamponi prelevati, dopo la chiusura del mercato, da superfici varie, animali selvatici e randagi, frigoriferi, contenitori e perfino da una vasca per i pesci. I risultati fanno pensare che il virus, proveniente dai pipistrelli, sia stato trasmesso a un altro animale, forse un cane procione, per passare poi agli esseri umani. Ma non ci sono prove certe dell’origine animale del virus. Rimane quindi in piedi l’ipotesi, considerata meno probabile, che il virus possa essere fuoriuscito accidentalmente da un laboratorio scientifico di Wuhan. La presenza nei campioni di materiale genetico di panda solleva dei dubbi sulla qualità dei dati usati per lo studio, perché l’animale, protetto nel paese, non poteva trovarsi al mercato. ◆
Tigri competitive
Dalle osservazioni condotte in due riserve del nordest della Cina è emerso che la tigre siberiana (Panthera tigris altaica) può avere due profili diversi. Secondo uno studio pubblicato su Royal Society Open Science, quelle che appaiono più competitive e sicure di sé tendono ad avere una salute migliore, a mangiare più prede vive, ad avere uno status sociale superiore e ad accoppiarsi più spesso di quelle che sembrano più docili.
Le mutazioni dei mammut
Il confronto tra il genoma di elefanti moderni e di mammut estinti ha permesso di chiarire alcune differenze. I mammut si adattarono a un clima più freddo grazie a mutazioni della pelle, della pelliccia e del metabolismo dei lipidi, scrive Current Biology. I ricercatori hanno stabilito che queste modifiche erano già presenti negli esemplari più antichi, vissuti circa 700mila anni fa. I mammut continuarono poi a evolversi con mutazioni del sistema immunitario.
Nella foto: la zanna di mammut da cui è stato sequenziato il genoma
Embrioni per scimmie
Alcuni ricercatori hanno creato pseudoembrioni a partire da cellule staminali embrionali di scimmia. Gli pseudoembrioni, impiantati negli animali, potrebbero essere utili per studiare le fasi precoci della gravidanza e dello sviluppo dell’embrione, evitando i problemi etici legati all’uso di cellule umane. L’efficienza della tecnica, scrive Cell Stem Cell, è attualmente del 25 per cento.
Astronomia Il telescopio spaziale James Webb ha acquisito alcune immagini spettacolari del pianeta Urano e dei suoi anelli (nella foto). Gli anelli sono difficili da vedere perché sono formati da rocce e polveri scure, che riflettono poco la luce solare, spiega New Scientist. I sensori a infrarossi del telescopio sono però riusciti a riprendere nel dettaglio undici dei tredici anelli noti. Le immagini mostrano anche altri dettagli del pianeta di ghiaccio: un’area luminosa al centro della calotta polare e due grandi nubi ai suoi bordi.
Salute Anche la memoria di esperienze appena vissute può essere modificata dalle aspettative. Finora si pensava che i ricordi falsi fossero legati solo alla memoria di esperienze lontane. Nello studio, pubblicato su Plos One, alcuni volontari dovevano osservare su uno schermo varie sequenze di lettere e pseudolettere (lettere allo specchio) per poi riferire, entro pochi secondi, cosa ricordavano.
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