Il 24 aprile il ministero della difesa australiano ha pubblicato il suo documento più importante degli ultimi decenni: una revisione della posizione strategica di Canberra che, alla luce della crescita delle potenze asiatiche (in particolare la Cina), darà più importanza alle forze di mare su quelle di terra, scrive il Saturday Paper. In linea con queste raccomandazioni, il governo raddoppierà i finanziamenti per una nuova industria nazionale delle armi e concluderà prima del previsto l’acquisto di missili d’attacco di precisione a lungo raggio. Darà inoltre la priorità alle nuove armi cibernetiche e spaziali, alle mine sottomarine, ai droni armati e al rafforzamento delle basi aeree settentrionali.
Revisione strategica
La pandemia censurata
Il fatto che le autorità cinesi all’inizio del 2020 abbiano insabbiato e nascosto le notizie sull’epidemia di covid-19 è ben documentato, ma ora un’inchiesta del New York Times spiega fino a che punto sia arrivato il controllo delle informazioni sul virus. “Sotto la pressione del governo, gli scienziati cinesi hanno nascosto dati, ritirato sequenze genetiche da database pubblici e alterato dettagli cruciali nelle pubblicazioni internazionali”, scuotendo le fondamenta del sapere scientifico condiviso. I direttori di quelle pubblicazioni hanno favorito la censura accettando, senza ricevere spiegazioni soddisfacenti, le correzioni. “In genere le riviste scientifiche non ritirano facilmente gli articoli pubblicati, ma quelle che puntano a vendere abbonamenti in Cina o a pubblicare studi cinesi spesso si piegano alle richieste del governo di Pechino”, spiega Ivan Oransky, cofondatore del blog Retraction Watch. Inoltre, organismi come l’Organizzazione mondiale della sanità hanno dato credito a informazioni e cronologie degli eventi poco accurate. Il risultato, continua il quotidiano statunitense, è che i politici e gli scienziati sono rimasti a corto di informazioni nel momento in cui ne avevano più bisogno.
Braccianti dall’estero
Cresce il numero delle aziende agricole giapponesi che, a causa dello spopolamento delle zone rurali e della conseguente carenza di manodopera, impiegano lavoratori stagionali dall’estero, in particolare da paesi del sudest asiatico, scrive Nikkei Asia. I braccianti stranieri sono reclutati dalle agenzie interinali tra i diplomati negli istituti agrari e arrivano in Giappone con un visto per “perfezionare le loro competenze” in varie aziende agricole. In questo modo gli agricoltori impiegano la manodopera solo quando serve, come nei periodi della raccolta.
Xi Jinping chiama Zelenskyj
Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, il 26 aprile il presidente cinese Xi Jinping ha telefonato a Volodymyr Zelenksyj. Il leader ucraino su Twitter ha definito la conversazione “lunga e significativa” e Pechino ha confermato, aggiungendo che manderà a Kiev il suo rappresentante speciale per l’Eurasia. Finora Xi Jinping aveva evitato formalmente di schierarsi, ribadendo però l’amicizia e la collaborazione tra la Cina e la Russia. A marzo, in visita a Mosca, aveva proposto al presidente Vladimir Putin un “piano di pace”. Ma il fatto che non avesse mai avuto contatti con Kiev lasciava dubbi sulla sua reale volontà di mediazione.
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