I piccoli produttori agricoli in Indonesia e Malaysia, i principali paesi esportatori di olio di palma, rischiano di subire un duro colpo dopo l’entrata in vigore, il 13 aprile, della legge dell’Unione europea contro la deforestazione. La legge obbliga i fornitori di prodotti come olio, soia, legname e cacao a garantire che questi non vengano da terreni deforestati. Il timore è che i piccoli coltivatori non abbiano le risorse per certificare la provenienza dei loro prodotti, a vantaggio delle grandi piantagioni. “Per l’Indonesia potrebbe essere l’occasione di rivedere la gestione delle sue foreste”, scrive il Jakarta Post.
Ritorno al passato
La comunità internazionale rischia di sottovalutare la minaccia proveniente dal gruppo Stato islamico della provincia del Khorasan (Iskp). Il 25 aprile i taliban hanno ucciso il leader del gruppo, ritenuto il responsabile dell’attacco all’aeroporto di Kabul dell’agosto 2021, in cui morirono 169 civili afgani e tredici soldati statunitensi che stavano lasciando in fretta il paese. Ma l’Iskp è ormai presente in quasi tutte le 34 province afgane e conta tra i 1.500 e i 2.200 uomini. Dall’agosto 2021 ha messo a segno quasi quattrocento attacchi in Afghanistan e nella regione pachistana del Khyber Pakhtunkhwa. La situazione in Afghanistan comincia a somigliare in modo sinistro a quella precedente al 2001: i taliban controllano il paese e sono alleati di Al Qaeda e della Rete Haqqani. All’interno dei confini afgani si stanno diffondendo gruppi terroristi e insurrezionalisti. I taliban combattono contro l’Iskp ma sembra che non lo facciano in modo efficace. ◆
Ucciso un attivista
Anousa “Jack” Luangsuphom ( nella foto ), un attivista per i diritti umani laotiano di 25 anni, è stato ucciso a Vientiane il 29 aprile, scrive il Bangkok Post. Luangsuphom gestiva un gruppo Facebook che denuncia le violazioni dei diritti umani nel paese e invoca la fine del governo del partito unico. Un uomo con il volto coperto gli ha sparato in un bar della capitale. In passato chi ha criticato il governo l’ha pagata cara: è stato rapito o fatto sparire, come Sombath Somphone, prelevato a un posto di blocco da un furgone bianco nel 2012 e mai più ritrovato. Oppure Od Sayavong, un attivista laotiano che viveva a Bangkok, in Thailandia, scomparso nel 2019.
Effetto collaterale
Tra gli esportatori di vestiti il Vietnam è il paese che ha risentito di più della messa al bando del cotone dello Xinjiang da parte degli Stati Uniti. La legge contro il lavoro forzato nella regione autonoma cinese, entrata in vigore a giugno del 2022, obbliga le aziende a dimostrare di non usare materiali provenienti da lì. Dei quindici milioni di dollari di merce requisita nei controlli, l’80 per cento arrivava dal Vietnam, scrive la Reuters.
Le hikikomori invisibili
Secondo un recente sondaggio le donne sono circa il 50 per cento delle persone hikikomori (cioè che vivono recluse, senza contatti sociali, se non virtuali) con più di quarant’anni (il 45 per cento nella fascia dai 15 ai 39 anni, e il 52 per cento in quella oltre i quaranta). Questo dato smentisce l’idea che il problema riguardi soprattutto i maschi, scrive l’Asahi Shimbun. Alcune hikikomori hanno subìto violenza domestica o abusi sessuali, e molte affermano di sentirsi a disagio nel chiedere aiuto ai servizi di sostegno, perché sono gestiti prevalentemente da uomini. Proprio il fatto che in genere lo si ritiene un fenomeno maschile, spiega il quotidiano giapponese, è alla base della mancanza di misure di aiuto rivolte alle donne.
Uzbekistan Un referendum costituzionale che si è tenuto il 30 aprile sotto lo stretto controllo delle autorità permette al presidente Shavkat Mirziyoyev ( nella foto ) di rimanere in carica fino al 2040.
Cina Fang Bin, l’uomo che ha documentato con dei video l’inizio della pandemia a Wuhan e per questo è finito in carcere, è stato liberato dopo tre anni. In uno dei filmati lanciava un messaggio che incitava il popolo alla rivolta contro il governo. L’ex avvocata Zhang Zhan, che come Fang ha denunciato la situazione a Wuhan, rimane in cella.
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