Dieci anni fa Edward Snowden ( nella foto ), un consulente informatico dell’agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti (Nsa), rivelava al mondo i diffusi programmi di spionaggio del governo di Washington. “Da allora è cambiato l’atteggiamento delle autorità statunitensi sul rispetto della privacy dei cittadini?”, si chiede David Smith sul Guardian. La risposta probabilmente è no. “Le riforme per evitare violazioni sono state poco convincenti, e buona parte dell’opinione pubblica sembra aver dimenticato cosa fece Snowden. Un aspetto positivo è che oggi i giornali sono meno ossequiosi nei confronti del potere”.
L’eredità di Snowden
Pochi risultati contro la violenza
Nel paese lo stato d’emergenza è in vigore dal dicembre 2022 e, se non ci saranno proroghe, sarà sospeso a luglio. Nonostante le dichiarazioni del governo e della polizia, scrive Insight Crime, secondo varie organizzazioni della società civile finora le autorità sono riuscite a fare poco per fermare le estorsioni e la violenza delle bande criminali.
Il piano di Lula per l’Amazzonia
Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha presentato il 5 giugno un nuovo piano per combattere la deforestazione illegale in Amazzonia, una delle priorità del suo governo da quando è tornato al potere lo scorso gennaio. Lula, accompagnato dalla ministra dell’ambiente Marina Silva, ha detto che durante il mandato del suo predecessore Jair Bolsonaro (2019-2022) la deforestazione media annua è aumentata del 75 per cento rispetto al decennio precedente. “Il piano prevede la collaborazione di almeno tredici ministeri e si pone come obiettivo quello di azzerare la deforestazione nei prossimi sette anni”, scrive El País. Il progetto è anche una risposta alla decisione del parlamento a maggioranza conservatrice, che il 30 maggio ha approvato una serie di limitazioni al margine di manovra del ministero dell’ambiente.
Una vittoria importante
“Il 4 giugno Delfina Gómez (nella foto), candidata del partito al governo Morena (lo stesso del presidente di centrosinistra Andrés Manuel López Obrador), è stata eletta governatrice dell’Estado de México con il 52,7 per cento delle preferenze”, scrive Animal Político. Con diciassette milioni di abitanti lo stato, il più popoloso del Messico, è stato amministrato ininterrottamente per quasi cent’anni dal Partito rivoluzionario istituzionale (Pri). Anche se Morena non ha ancora presentato un nome per le elezioni presidenziali dell’anno prossimo, con questa vittoria consolida il suo potere e diventa il partito favorito nella corsa per la guida del paese. “Questa è una vittoria di tutte le famiglie che lavorano e delle donne che negli ultimi anni hanno combattuto per il riconoscimento dei loro diritti”, ha detto Gómez nel suo discorso dopo i risultati. ◆
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