Nella notte del 6 giugno un’esplosione ha aperto una grossa falla nella diga di Nova Kachovka, sul fiume Dnepr, che divide i territori riconquistati dall’Ucraina nel novembre 2022 e quelli ancora occupati dalla Russia. L’acqua dell’invaso più grande del paese si è riversata nella valle sottostante, allagando Cherson (nella foto) e costringendo migliaia di persone a fuggire. La distruzione della diga, di cui Kiev e Mosca si sono accusate a vicenda, minaccia la fornitura di acqua alla Crimea, il raffreddamento della centrale nucleare di Zaporižžia e le coltivazioni dell’intera regione, e provocherà una catastrofe ambientale di proporzioni incalcolabili. Secondo gli esperti militari occidentali la Russia potrebbe aver deciso di far saltare la diga per impedire alle forze ucraine di attraversare il Dnepr. Nei giorni precedenti diversi segnali avevano suggerito che l’inizio dell’offensiva su vasta scala annunciata da Kiev potrebbe essere imminente: la Russia ha riferito di aver respinto vari attacchi sul fronte orientale, mentre l’Ucraina afferma di aver riconquistato alcune posizioni intorno a Bachmut. Nel frattempo i gruppi paramilitari russi sostenuti da Kiev hanno lanciato una nuova operazione oltre confine nella regione di Belgorod, catturando alcuni soldati. ◆
Il grande corteo di Varsavia
Il 4 giugno a Varsavia centinaia di migliaia di persone hanno preso parte alla manifestazione contro il governo guidato dal partito Diritto e giustizia (Pis, destra). All’evento, organizzato dall’opposizione, era presente anche l’ex presidente Lech Walesa. Secondo Rzeczpospolita questa partecipazione da record è dovuta soprattutto alle polemiche suscitate da una legge che istituisce una commissione d’inchiesta sulle ingerenze russe nella politica polacca, con il potere d’impo rre l’interdizione dai pubblici uffici fino a dieci anni: molti temono che il governo possa usare la norma per colpire esponenti dell’opposizione in vista delle elezioni che si terranno in autunno. In seguito alle critiche espresse dalla Commissione europea, il presidente Andrzej Duda ha proposto un emendamento per rimuovere questo potere. Il 5 giugno, però, la tensione tra Bruxelles e Varsavia è stata riaccesa da una sentenza della Corte di giustizia europea, secondo cui la r iforma della giustizia approvata dal governo polacco nel 2020 viola i princìpi dell’Unione, perché non garantisce l’indipendenza della magistratura. Il ministro della giustizia polacco Zbigniew Ziobro ha accusando la corte di essere corrotta e ha dichiarato che non rispetterà la sentenza, lasciando presagire un nuovo scontro con la Commissione europea.
I ministri di Erdoğan
Chi si aspettava che dopo la vittoria alle presidenziali Recep Tayyip Erdoğan avrebbe confermato i suoi fedelissimi è rimasto sorpreso, nota Duvar: nel governo che si è insediato il 3 giugno ( nella foto ) siedono solo due dei 18 ministri che componevano l’esecutivo precedente. Tutti i dicasteri più importanti, tra cui quelli dell’interno e della difesa, hanno cambiato di mano. Gli esteri sono stati affidati all’ex capo dei servizi segreti Hakan Fidan, responsabile delle operazioni nel nord della Siria. Ma la scelta che ha suscitato più scalpore è il ritorno dell’economista Mehmet Şimşek al ministero delle finanze, che fa immaginare il passaggio a una politica monetaria più ortodossa e il rialzo dei tassi d’interesse per arginare l’inflazione.
Austria Andreas Babler, 50 anni, è stato eletto leader del Partito socialdemocratico austriaco (Spö, all’opposizione).
Moldova Il 1 giugno a Bulboaca si è svolto il secondo vertice della Comunità politica europea, il forum intergovernativo creato nel 2022 su iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron.
Serbia A un mese dalla strage del 3 maggio in una scuola elementare di Belgrado, nella capitale decine di migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione di protesta contro il governo.
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati