I risultati di un ampio studio internazionale che ha analizzato ottocento genomi di 233 specie di primati, quasi metà del totale, sono stati raccolti in dieci articoli pubblicati sulle riviste Science e Science Advances. Cinque anni fa erano stati sequenziati i genomi di un decimo delle specie di primati. Una mappatura più dettagliata è importante per la conservazione delle specie, molte delle quali sono minacciate dalla crisi climatica, dalla perdita dell’habitat e dal bracconaggio, ma anche per la salute umana. Confrontando i genomi sono emerse 4,3 milioni di varianti diffuse anche negli esseri umani. Nel 98,7 per cento dei casi le mutazioni sono probabilmente benigne, ma nel restante 1,3 per cento potrebbero causare malattie. Quasi due terzi delle varianti considerate esclusive dell’Homo sapiens, in quanto assenti nei neandertal e nei denisova, sono state trovate in almeno un’altra specie di primati.
I genomi delle scimmie
Nascosta la tossicità dei pfas
Secondo un nuovo studio, l’industria chimica ha ostacolato per anni l’adozione di misure contro i pfas. Questi composti chimici, prodotti a partire dagli anni quaranta, sono resistenti e non si degradano facilmente. Per questo sono usati in molti settori, per esempio per produrre pentole antiaderenti, trattare tessuti e confezionare prodotti alimentari. Il problema è che si accumulano nell’ambiente e nella catena alimentare. Alla fine degli anni novanta è emerso che alcuni pfas hanno effetti nocivi per le persone e gli animali. Lo studio dimostra che due aziende, la DuPont e la 3M, conoscevano i rischi legati ai pfas già dagli anni settanta, ma si sono opposte a qualunque restrizione, tra cui l’adozione di soglie massime nell’acqua. Hanno fatto come l’industria del tabacco, sollevando dubbi sulle ricerche che denunciavano la tossicità dei pfas. Lo studio è basato sui documenti depositati presso la Ucsf chemical industry documents library. Intanto, la settimana scorsa tre aziende statunitensi – la Chemours, la DuPont e la Corteva – hanno accettato di pagare più di un miliardo di dollari di multa per aver contaminato l’acqua potabile. ◆
Meno recidive con il ribociclib
La terapia con il farmaco ribociclib dopo la rimozione chirurgica della forma più comune di cancro al seno sembra ridurre del 25 per cento il rischio di recidiva. È emerso da uno studio presentato al congresso annuale dell’American society of clinical oncology a Chicago, negli Stati Uniti, in cui più di cinquemila pazienti con cancro al primo stadio hr positivo o her2 negativo hanno ricevuto la terapia ormonale combinata con il ribociclib o la terapia ormonale standard. Il ribociclib, scrive il Guardian, agisce su alcune proteine coinvolte nella crescita delle cellule tumorali.
Molecole galattiche
Il telescopio spaziale James Webb ha individuato una galassia (in rosso nella foto) dietro un’altra (in blu). Quella più lontana è stata chiamata Spt0418-47 e si trova a 12,3 miliardi di anni luce dalla Terra. Nella galassia Spt0418-47 sono state osservate molecole complesse (in arancione) contenenti idrocarburi policiclici aromatici. Di solito queste molecole sono prodotte vicino alle stelle giovani che emettono molta luce ultravioletta, scrive Nature. Lo studio potrebbe aiutare a chiarire alcuni aspetti della formazione delle galassie.
Sepolture antiche
Secondo i risultati preliminari di tre studi pubblicati su bioRxiv, l’Homo naledi, un ominide arcaico con un cervello piccolo, seppelliva i morti e produceva incisioni sulle pareti delle caverne. Se saranno confermati, bisognerà rivedere l’evoluzione umana riguardo a capacità finora attribuite solo a ominidi con il cervello più grande, come neandertal e Homo sapiens. Le ricerche sono state condotte su reperti risalenti fino a 335mila anni fa trovati nel sistema di grotte Rising star, in Sudafrica.
Entomologia Le formiche della specie Cataglyphis fortis vivono nel deserto della Tunisia in condizioni ambientali difficili e spesso senza riferimenti visivi. Le formiche, scrive Current Biology, costruiscono quindi nidi più alti per aiutare i membri della colonia che si sono allontanati in cerca di cibo a tornare più velocemente. Se invece ci sono altri punti di riferimento i formicai rimangono bassi.
Genetica I sistemi di controllo della qualità dell’aria potrebbero essere utili per studiare la biodiversità. I campioni prelevati nel Regno Unito per misurare il particolato e altri inquinanti contengono dna ambientale, cioè disperso da animali, piante e funghi, scrive Current Biology. Lo studio di questo dna permette quindi di risalire alle specie presenti in una determinata zona. Le centraline sono molto diffuse nel paese.
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