“Il giornalista guatemalteco José Rubén Zamora (nella foto) il 14 giugno è stato condannato a sei anni di carcere e al pagamento di una multa di 34mila euro per riciclaggio di denaro. È stato prosciolto dalle altre accuse di estorsione e traffico di influenze”, scrive il sito El Faro. Nel 1996 Zamora aveva fondato elPeriódico, il principale giornale indipendente del paese, che ha smesso di circolare a maggio di quest’anno. Per 27 anni era stato anche presidente della società editrice del quotidiano, noto per le sue inchieste contro gli abusi del potere pubblico. Come si legge nel País, “Zamora era diventato una voce scomoda in un paese che sta sprofondando nella corruzione e nell’impunità, governato da potenti gruppi economici pronti a saccheggiare le sue ricchezze”. ◆
Difficile ricostruire
La stagione degli incendi primaverili del 2023 è stata la peggiore mai registrata in Canada, con più di cinque milioni di ettari di terreni bruciati, una cifra superiore a quelle del 2016, 2019, 2020 e 2022 messe insieme. Quest’anno sono già state distrutte più di duecento case. “Mentre si avvicinano i mesi più caldi e secchi, molti canadesi mettono in dubbio la capacità del governo di ricostruire dopo questi disastri e di aiutare le famiglie colpite”, scrive il Guardian. Il giornale britannico ha pubblicato un reportage da Lytton, un paesino della British Columbia che è stato completamente distrutto da un incendio il 30 giugno del 2021. “Il villaggio è ancora un ammasso piatto di terra e cemento. Gran parte della sua area è recintata. I residenti si lamentano dei ritardi burocratici e dicono di essere stati dimenticati”. Glenn McGillivray, direttore generale dell’Institute for catastrophic loss reduction, ha spiegato che il Canada non dispone di un sistema per accelerare la ricostruzione dopo i disastri naturali. “Gli eventi naturali estremi sono diventati più grandi e frequenti, quindi sono anche più costosi”. Inoltre il clima canadese fa sì che la stagione in cui si possono aprire i cantieri sia relativamente breve e spesso a complicare le cose ci sono le difficoltà logistiche di portare le squadre di operai in comunità isolate.
Ondata di calore
Il 16 giugno il governo m essicano ha annunciato che dalla metà di aprile il paese sta vivendo la terza ondata di calore dall’inizio dell’anno. “Tra il 14 aprile e il 12 giugno otto persone sono morte per il caldo o di disidratazione”, scrive l’Afp. Il 13 giugno il ministero dell’ambiente aveva reso noto che, in 22 stati, le temperature avevano superato i quaranta gradi Celsius. A Monterrey, ricca città del nord che nel 2022 ha dovuto affrontare una grave e prolungata siccità, la pressione dell’acqua è diminuita e il consumo dell’elettricità per l’aria condizionata ha provocato frequenti interruzioni di corrente. In alcuni stati i governatori hanno deciso che ragazzi e ragazze frequenteranno la scuola in presenza solo due ore al giorno, in modo da non esporsi per troppo tempo al sole.
Il governo è responsabile
“Secondo un rapporto pubblicato il 9 giugno dalla Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh), un organo autonomo dell’Organizzazione degli stati americani, il governo cubano sarebbe responsabile della morte nel 2012 del noto attivista politico e dissidente Oswaldo Payá, che all’epoca aveva sessant’anni”, scrive il sito 14ymedio. Payá perse la vita in un incidente stradale nell’est di Cuba, insieme all’attivista Harold Cepero. Il rapporto della Cidh sostiene che “ci sono indizi seri e sufficienti per concludere che alcuni funzionari statali hanno contribuito alla morte” dei due uomini. Payá fu l’ideatore del progetto Varela, una petizione presentata alla fine degli anni novanta per cambiare il sistema politico cubano.
Honduras Almeno 41 donne sono morte in una rissa scoppiata il 20 giugno tra detenute appartenenti a bande rivali in un carcere femminile a quaranta chilometri dalla capitale Tegucigalpa. La presidente Xiomara Castro si è detta sconvolta per la violenza e ha annunciato che prenderà misure drastiche. ◆ L’attivista per l’ambiente Oquelí Domínguez è stato ucciso il 16 giugno a Tocoa, nel nord del paese. Difendeva le risorse idriche del parco nazionale Montaña de Botaderos Carlos Escaleras dall’attività di un’azienda mineraria.
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati