Africa e Medio Oriente

Torna la polizia religiosa

Babolsar, 14 luglio 2023 (Majid Saeedi, Getty)

Dieci mesi dopo la morte di Mahsa Jina Amini, che aveva dato il via a una grande mobilitazione contro il regime di Teheran, la polizia religiosa è tornata nelle strade dell’Iran. Il 16 luglio il suo portavoce, Saeed Montazerul-Mahdi, ha annunciato che le pattuglie inaspriranno i controlli su chi indossa in pubblico “abiti fuori dall’ordinario” e chi “insiste a violare le regole”. Radio Farda ricorda che negli ultimi mesi gli agenti erano quasi del tutto scomparsi e a dicembre si era perfino diffusa la notizia, poi smentita, che la polizia religiosa fosse stata smantellata. ◆

Grazia per Patrick Zaki

Il Cairo, 9 dicembre 2021 (Mohamed El-Raai, Afp/Getty)

Il 19 luglio il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha concesso la grazia all’attivista e ricercatore egiziano Patrick Zaki ( nella foto ). Il giorno prima un tribunale di Mansura l’aveva condannato a tre anni di carcere per diffusione di “informazioni false”. Zaki era stato arrestato al Cairo il 7 febbraio 2020 e scarcerato dopo ventidue mesi di detenzione preventiva. Le accuse contro di lui erano legate a un articolo del 2019, in cui denunciava le discriminazioni ai danni dei cristiani copti, ricorda il sito indipendente Mada Masr.

Nuove proteste contro Ruto

Il leader dell’opposizione keniana Raila Odinga ha invitato la popolazione a scendere in piazza per altri tre giorni di manifestazioni contro l’aumento delle tasse a partire dal 19 luglio, scrive il quotidiano The Standard. Dalla metà di giugno la popolazione protesta contro le ultime misure finanziarie adottate dal governo del presidente William Ruto, che hanno fatto schizzare alle stelle il costo della vita. Ruto ha vietato le manifestazioni, che sono state represse con violenza dalla polizia. Secondo una stima delle Nazioni Unite, almeno 23 persone sono state uccise. Trecento sono state arrestate.

La Wagner non è andata via

Centinaia di mercenari della compagnia di sicurezza privata russa Wagner sono arrivati il 16 luglio nella Repubblica Centrafricana per sorvegliare lo svolgimento del referendum sulla riforma costituzionale del 30 luglio. Lo ha scritto su Telegram la Officers’ union for international security, che secondo gli Stati Uniti è una società di copertura per le attività della Wagner a Bangui. La notizia smentisce le voci su un presunto ritiro dei mercenari russi dal Centrafrica, che avevano cominciato a circolare dopo la rivolta fallita dei suoi combattenti in Russia. Il referendum potrebbe cancellare il limite costituzionale dei due mandati presidenziali e permettere così al presidente Faustin Archange Touadéra di candidarsi per un terzo mandato alle elezioni del 2025. Dal 2018 Toua­déra si affida ai servizi della Wag­ner per tenere a bada una ribellione che minaccia il suo governo. Come scrive il sito nigeriano Humangle, il presidente centrafricano è spesso scortato da militari russi, che gli fanno da corpo di guardia. In un’intervista a The Africa Report, l’oppositore centrafricano Crépin Mboli-Goumba afferma che il paese è “in ostaggio” della Wagner, che sfrutta le risorse locali senza pagare le tasse. In particolare, i russi gestiscono la miniera d’oro di Ndassima e si appropriano di grandi quantità di legname pregiato.

Rapporti più forti

Il 17 luglio il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che riconoscerà la sovranità marocchina sul Sahara Occidentale (come hanno già fatto gli Stati Uniti) e che forse aprirà un consolato a Dakhla. Il Sahara Occidentale è un’ex colonia spagnola, che le Nazioni Unite considerano “territorio non autonomo”. Il Marocco lo occupò nel 1975, scontrandosi con la resistenza degli indipendentisti sahrawi del Fronte Polisario, che reclamano l’organizzazione di un referendum di autodeterminazione. Per il giornale marocchino Tel Quel il riconoscimento da parte di Israele è una conseguenza della normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Rabat e Tel Aviv, cominciata nel dicembre 2020.

Rep. Democratica del Congo Il politico d’opposizione Chérubin Okende è stato trovato morto il 13 luglio a Kinshasa con ferite da arma da fuoco. Okende faceva parte del partito di Moise Katumbi, che ha da poco annunciato la sua candidatura alle presidenziali di dicembre.

Yemen Un’operazione per estrarre 1,14 milioni di barili di greggio da una petroliera abbandonata nel mar Rosso è cominciata il 16 luglio, dopo l’arrivo di una nave cisterna dell’Onu. La Fso Safer è davanti al porto di Al Hodeida dal 1987 e senza manutenzione dal 2015.

Altro da questo numero
1521 - 21 luglio 2023
Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.
Black Friday Promo