Dopo otto anni di governo conservatore e nazionalista, la Polonia ha un nuovo primo ministro, il liberale ed europeista Donald Tusk. Tusk ha ottenuto la fiducia del parlamento il 12 dicembre, a quasi due mesi dalla vittoria elettorale della sua alleanza (che comprende il partito Coalizione civica, i centristi di Terza via e la sinistra di Lewica) e dopo il fallito tentativo del premier uscente, Mateusz Morawiecki, di formare un governo. Secondo il sito polacco Interia, Tusk ha tre grandi compiti. Deve gestire e trasformare il caos che ha ereditato; avere la forza di tenere insieme una coalizione in cui prima o poi si litigherà; e riflettere sulle vere cause della crisi della democrazia liberale, che non riguarda solo la Polonia. ◆
Regole europee per l’ia
L ’Unione europea ha trovato l’accordo politico per il varo della prima legge al mondo sull’uso e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (ia). Il provvedimento, presentato nel 2021 e chiamato Ai act , dovrà essere discusso e definito nei dettagli e poi approvato dal parlamento europeo e dal consiglio dell’Unione europea. Come ha spiegato il commissario al mercato interno Thierry Breton, tra i principali promotori della legge, “il provvedimento permetterà di evitare gli usi dell’ia che violano i diritti fondamentali e i valori dell’Unione europea, stabilirà regole chiare per gli usi ad alto rischio e promuoverà l’innovazione senza barriere per tutti i casi in cui il rischio è minimo”. Un settore particolarmente delicato è quello dei sistemi per la vigilanza biometrica. Come spiega El País, il riconoscimento facciale potrà essere impiegato solo dalle forze dell’ordine, e solo in caso di reati gravi: per rintracciare vittime di sequestro, tratta o sfruttamento sessuale; per prevenire atti di terrorismo e per localizzare sospetti di reati specifici. È stato vietato anche l’uso dell’ia per determinare il cosiddetto punteggio sociale ( social scoring ) degli individui, basato su dati legati a genere, salute e comportamenti sociali e usato, per esempio in Cina, per determinare l’accesso ad alcuni servizi pubblici.
Quasi amici
Il 7 dicembre il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha visitato Atene per un incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis, il primo dal 2017. Il viaggio segna il rilancio delle relazioni tra i due paesi dopo anni di tensioni, culminate tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 nelle minacce di scontro militare per la giurisdizione su alcune isolette dell’Egeo. Stavolta i toni sono stati decisamente più amichevoli e i due leader hanno siglato diversi accordi di cooperazione. “Sarebbe bello”, commenta il giornale turco Sabah, “se Mitsotakis venisse presto ad Ankara per tenere viva questa atmosfera di amicizia, dare attuazione alle intese siglate in diversi settori – dal turismo all’istruzione – e costruire una nuova fiducia tra i due paesi. La ‘dichiarazione di Atene’ è un documento importante. E non dovrebbe rimanere sulla carta”. Più prudente l’analisi del quotidiano cipriota Phileleftheros: “Ovviamente siamo felici dei passi fatti verso la riconciliazione tra i due paesi, che stanno creando un clima positivo e contribuendo al superamento delle vecchie tensioni. Tuttavia Atene non sembra rendersi conto che, ancora una volta, il sultano sta usando la Grecia per i suoi obiettivi politici”.
Giustizia indebolita
A meno di due mesi dalla formazione del governo, il premier populista slovacco Robert Fico ha annunciato una riforma della giustizia che prevede lo smantellamento dell’ufficio del procuratore specializzato in frodi di alto livello e altre misure che indeboliscono la lotta alla corruzione. Fico ha confermato un impegno preso in campagna elettorale, ignorando però le raccomandazioni di Bruxelles e i malumori dell’opinione pubblica slovacca. Come scrive Dennik N, “le opposizioni faranno di tutto per impedire l’approvazione della riforma. La presidente Zuzana Čaputova ha già detto che userà il suo potere di veto”. Fico andrà per la sua strada, ma “il suo governo rischia subito una sconfitta sia interna sia nel confronto con Bruxelles”.
Francia L’11 dicembre l’assemblea nazionale francese ha bocciato con 270 voti contro 265 il progetto di legge sull’immigrazione voluto dal presidente Emmanuel Macron. Il provvedimento prevedeva una serie di limitazioni ai diritti dei migranti.
Regno Unito Il parlamento britannico ha approvato una nuova versione del cosiddetto piano Ruanda del premier Rishi Sunak, evitando così una crisi di governo. Il disegno di legge prevede l’invio di migranti e richiedenti asilo nel paese africano. La prima versione era stata bocciata dalla corte suprema.
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