Il calo della popolazione cinese per il secondo anno consecutivo preoccupa gli economisti, scrive Caixin. Le nascite nel 2023 hanno toccato il record negativo di 9,02 milioni di bambini, la metà rispetto al 2017. Il dato riflette la varietà di sfide che la Cina ha di fronte, tra cui il rapido invecchiamento della popolazione, il calo della forza lavoro e la diminuzione del numero di matrimoni e del tasso di fecondità. Ma, secondo uno studio citato da The Conversation, nel 2024 si potrebbe assistere a un’inversione di rotta. Comincia infatti l’anno del drago, considerato di buon auspicio, e termina quello del coniglio, ritenuto meno fortunato. Per questo molte coppie potrebbero aver deciso di aspettare ad avere un figlio.
Il potere degli astri
L’anno nero dei rohingya
Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, nel 2023 sono morti o risultati dispersi più profughi rohingya in fuga dalla Birmania o dal Bangladesh che nei dieci anni precedenti.
Dolore di genere
Lo stato di Victoria sta per lanciare un’indagine sul dolore femminile, la prima in Australia, dopo che un sondaggio ha rivelato che due donne su cinque nello stato soffrono di dolore cronico. L’ha annunciato la prima ministra dello stato, Jacinta Allan, affetta da endometriosi, spiegando che, anche se sono colpite dal dolore cronico più degli uomini, le donne hanno meno probabilità di ricevere cure. Questo, scrive il Guardian, è dovuto in parte al fatto che spesso le donne si sentono dire dai medici che il dolore “è normale” o non vengono credute. L’indagine fa parte di un piano sulla salute femminile promesso da Allan in campagna elettorale.
L’assoluzione di Pita
La corte costituzionale tailandese ha assolto Pita Limjaroenrat, il leader del partito d’opposizione Move forward, dall’accusa di aver violato le norme elettorali. Dopo la vittoria del suo partito alle elezioni del maggio 2023, Pita, candidato primo ministro, era stato bocciato dal senato, controllato dai militari, ed era stato poi sospeso dal parlamento dopo che un attivista conservatore l’aveva denunciato alla commissione elettorale per essersi candidato nonostante possedesse azioni di un’emittente tv. La legge, infatti, vieta agli azionisti di aziende dell’informazione di candidarsi. La corte l’ha assolto perché l’azienda televisiva, di cui Pita aveva ricevuto in eredità delle azioni, non fatturava dal 2007. Pita potrà riprendere l’attività parlamentare ma il suo partito è in attesa di un’altra sentenza della corte, che potrebbe decretare di scioglierlo. ◆
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