“Davanti alla rabbia degli agricoltori c’è un governo senza prospettive”, scrive il quotidiano della sinistra francese L’Humanité. “Il primo ministro Gabriel Attal, in carica dal 9 gennaio, ha annunciato una serie di misure che tuttavia per adesso dimostrano solo la sua incapacità di mettere in discussione i suoi dogmi per trovare delle soluzioni concrete alla crisi in corso”. Delusi dalle proposte del governo, il 29 gennaio gli agricoltori francesi hanno cominciato a bloccare le principali autostrade che portano alla capitale, in alcuni casi a poche decine di chilometri da Parigi, nonostante la presenza delle forze dell’ordine. Gli agricoltori si sono detti pronti a mantenere i blocchi per giorni se non saranno soddisfatte le loro richieste, tra cui la semplificazione delle procedure amministrative, la rinuncia da parte del governo a introdurre nuovi divieti per i pesticidi, il blocco dei rincari del gasolio per i trattori, la piena applicazione della legge che obbliga il settore agroalimentare ad aumentare le paghe e risarcimenti più rapidi in caso di disastri naturali. ◆
Blocco capitale
La rivincita dei postini
Il presidente delle Poste britanniche, Henry Staunton, è stato licenziato il 28 gennaio nel tentativo del governo di ridare credibilità all’azienda statale. Nel 1999 più di settecento operatori di uffici postali erano stati accusati di aver sottratto del denaro, ma in realtà gli ammanchi di cassa erano dovuti a un errore del software della contabilità, Horizon. La vicenda ha suscitato un’ondata di proteste in tutto il paese, dopo essere stata raccontata nella serie Mr Bates vs the post office trasmessa da Itv all’inizio del gennaio 2024.
Una sconfitta per l’Afd
La settimana dopo le grandi manifestazioni contro l’estrema destra tedesca, Alternative für Deutschland (Afd) ha perso a sorpresa le elezioni nel distretto di Saale-Orla, in Turingia. Nonostante un ampio vantaggio nei sondaggi, il suo candidato è stato sconfitto al ballottaggio dall’avversario della Cdu. Come spiega il Guardian, il voto è stato osservato con particolare attenzione per capire se la recente mobilitazione contro l’Afd, innescata dalle rivelazioni sull’incontro segreto dell’estrema destra a Potsdam, potrà davvero frenare l’ascesa del partito nazionalista e xenofobo.
Il secondo incomodo
L’ex deputato dell’opposizione liberale Boris Nadeždin ( nella foto ), che lo scorso novembre aveva annunciato di voler sfidare Vladimir Putin alle presidenziali russe di aprile, ha fatto sapere di aver raccolto più di 200mila firme, quasi il doppio delle 105mila necessarie per presentare una candidatura. Come scrive il russo New Times, Nadeždin – che ha più volte criticato il Cremlino e la guerra in Ucraina – “potrebbe essere usato dal regime per capire le reali dimensioni dell’opposizione al conflitto. E, consentendogli di raggiungere il 2 per cento dei voti, per dimostrare alla minoranza che rimane sempre minoranza”. Ma la sua candidatura, scrive il sito lettone Tvnet, “è anche un fatto politico molto serio. Perché per ogni persona che ha firmato per Nadeždin, ce ne sono almeno altre cento che condividono le stesse posizioni pur essendo rimaste a casa. Non si tratta di pensare che Nadeždin possa diventare presidente della Russia. Qui è in discussione la legittimità politica di Putin”.
Verso il ballottaggio
Saranno l’ex premier conservatore Alexander Stubb, del Partito di coalizione nazionale (Pcn), e l’ex ministro degli esteri Pekka Haavisto a sfidarsi l’11 febbraio al ballottaggio delle presidenziali. Stubb è arrivato in testa nel primo turno del 28 gennaio con il 27,2 per cento dei voti, contro il 25,8 per cento di Haavisto, esponente della Lega verde e candidato come indipendente. Jussi Halla-aho, del Partito dei finlandesi (estrema destra), si è fermato al 19 per cento. Ma “le presidenziali non sono una sfida sulla politica interna”, scrive il quotidiano svedese Dagens Nyheter. “Piuttosto è interessante capire come i candidati gestiranno le questioni strategiche che riguardano la difesa, cioè la Russia e la Nato”.
Spagna La camera bassa del parlamento spagnolo ha respinto la legge sull’amnistia per gli indipendentisti catalani voluta dal premier socialista Pedro Sánchez. A votare contro non è stata solo l’opposizione di centrodestra, ma anche gli stessi indipendentisti di Junts por Catalunya, con cui il governo aveva concordato il provvedimento.
Turchia Il 29 gennaio la polizia turca ha arrestato due persone, un tagico e un ceceno, per l’attacco del giorno precedente in una chiesa italiana di Istanbul, in cui era morto un uomo. L’attentato è stato rivendicato dal gruppo Stato islamico.
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