In un cambio ai vertici militari atteso da giorni, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha rimosso il comandante in capo delle forze armate Valerij Zalužnyj. Al suo posto è stato nominato il generale Oleksandr Syrskyj, che ha guidato la difesa di Kiev all’inizio della guerra e nel 2023 ha organizzato la controffensiva a Charkiv. Come ha spiegato Zelenskyj, l’obiettivo è dare all’esercito una leadership nuova e capace di usare al meglio la tecnologia. Intanto nel paese continuano i bombardamenti russi. Il 10 febbraio sette civili, tra cui tre bambini, sono morti in un attacco a Charkiv.
Un nuovo capo per l’esercito
Conservatori al governo
Alexander Stubb ( nella foto ), del Partito di coalizione nazionale (centrodestra), è il nuovo presidente finlandese. L’11 febbraio ha sconfitto al ballottaggio il candidato della Lega verde, l’ex ministro degli esteri Pekka Haavisto. Stubb entrerà in carica il 1 marzo. Intanto il governo del conservatore Petteri Orpo ha prolungato fino al 14 aprile la chiusura delle frontiere con la Russia per fermare i flussi migratori, scrive Euronews.
Scandali e dimissioni
Uno scandalo di pedofilia sta mettendo in imbarazzo il regime di Viktor Orbán. La presidente della repubblica Katalin Novák, molto vicina al premier, ha annunciato le sue dimissioni dopo essere stata travolta dalle critiche per aver concesso la grazia nel 2023 a un uomo coinvolto in un caso di abusi su minori. L’uomo è l’ex vicedirettore di un istituto per l’infanzia condannato nel 2018 per aver cercato di convincere alcuni minori a ritirare le accuse di violenza sessuale nei confronti del direttore, a sua volta condannato a otto anni per aver abusato di dieci bambini. Anche l’ex ministra della giustizia Judit Varga, che aveva controfirmato la grazia ed è tra le figure più in vista di Fidesz, il partito di governo, ha fatto sapere che lascerà la politica. In passato Fidesz aveva usato l’alibi della lotta alla pedofilia per approvare misure discriminatorie contro la comunità lgbt. Come scrive Magyar Hang, la vicenda alimenterà “lotte e vendette all’interno di Fidesz”.
Cittadini di serie b
Il ministro dell’interno Gérald Darmanin ha annunciato l’11 febbraio un piano di revisione costituzionale per limitare lo ius soli nell’isola di Mayotte: per avere la nazionalità francese, chi nasce in questo territorio dovrà avere genitori francesi. L’isola è un dipartimento d’oltremare di Parigi nell’oceano Indiano, tra Madagascar e Mozambico. L’obiettivo del ministro, che dovrà sottoporre il testo all’assemblea nazionale, è contrastare l’immigrazione irregolare, in particolare dalle vicine isole Comore. Dal 22 gennaio il movimento Forze vive organizza decine di blocchi stradali per protestare contro l’insicurezza dilagante, che attribuisce ai migranti. Secondo Le Monde “la soppressione dello ius soli a Mayotte è una misura chiesta dall’estrema destra che potrebbe avere conseguenze inaspettate”. ◆
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