Il 6 marzo il parlamento dell’Alabama ha approvato una legge per proteggere a livello giuridico i pazienti e gli operatori sanitari coinvolti nei trattamenti di fecondazione in vitro. “Questo in risposta a una sentenza della corte suprema dello stato, che a febbraio aveva stabilito che gli embrioni congelati dopo la fecondazione in vitro devono essere considerati bambini non nati, riconoscendoli come persone giuridiche a cui spettano precisi diritti”, scrive il Washington Post. Dopo la sentenza molte cliniche dello stato avevano sospeso i trattamenti di fecondazione in vitro.
Passo indietro in Alabama
Il candidato Maduro
“Il 9 marzo è stato annunciato che Nicolás Maduro (nella foto) sarà il candidato del Partito socialista unito del Venezuela (al governo) alle elezioni presidenziali del 28 luglio”. Maduro è stato eletto nel 2013, dopo la morte dell’ex presidente Hugo Chávez. Poi ha vinto di nuovo nel 2018, “in uno scrutinio boicottato dall’opposizione e giudicato irregolare da gran parte della comunità internazionale”, scrive l’Afp.
Il pugno di ferro di Milei a Rosario
La notte del 9 marzo un uomo di 25 anni è stato ucciso da un sicario nella stazione di servizio in cui lavorava, nella città argentina di Rosario. Pochi giorni prima erano stati assassinati anche due tassisti e un autista di autobus. “Tutti e quattro gli omicidi’, scrive El País, “sono stati commessi da gruppi di narcotrafficanti per rispondere alla politica di mano dura nelle carceri annunciata dal presidente ultraliberista Javier Milei e dal governatore della provincia di Santa Fe, Maximiliano Pullaro”. “Vogliamo vedere i nostri figli e le nostre famiglie”, diceva un cartello scritto a mano nella stazione di servizio. Rosario è la città più violenta dell’Argentina, a causa degli scontri tra bande rivali per il traffico della droga. Milei ha schierato più agenti nelle strade e ha vietato ai detenuti di avere contatti con l’esterno e di vedere i familiari.
Henry alla fine si dimette
L’11 marzo in Giamaica si è tenuto un vertice organizzato dalla Comunità caraibica (Caricom) a cui hanno partecipato i rappresentanti delle Nazioni Unite e di alcuni paesi, tra cui Canada e Stati Uniti, per discutere la crisi di Haiti. Al termine dell’incontro Irfaan Ali, presidente della Guyana e della Caricom, ha annunciato che è stato trovato un accordo di principio per garantire una transizione pacifica, ripristinare la sicurezza nel paese e organizzare le elezioni, che non si tengono dal 2016. La sera dello stesso giorno, “il premier haitiano Ariel Henry (nella foto) ha annunciato le sue dimissioni e quelle del suo governo e la creazione di un consiglio presidenziale di transizione”, scrive il quotidiano Le Nouvelliste. Dalla fine di febbraio la violenza dei gruppi armati, che controllano la capitale Port-au-Prince e intere zone del paese, si era intensificata con attacchi a prigioni e luoghi strategici. ◆
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