Furti d’auto fuori controllo

“Negli ultimi anni il Canada è diventato uno dei paesi dove si rubano più automobili”, scrive la Bbc. Nel 2022 sono stati registrati trecento furti di veicoli ogni centomila persone, un dato vicino a quello degli Stati Uniti. Nel 2023 gli assicuratori hanno pagato un miliardo di euro in risarcimenti. “L’aumento di furti è in parte dovuto alla carenza di auto a livello mondiale, causata dalla pandemia di covid, che ha fatto crescere la domanda di veicoli usati. Un altro fattore riguarda la vulnerabilità dei porti canadesi: c’è meno attenzione a ciò che esce dal paese rispetto a ciò che entra”.

Un’altra indagine per Bolsonaro

Arthur Menescal, Bloomberg/Getty

“La polizia brasiliana ha reso note l’8 luglio le conclusioni di un’inchiesta sull’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro (nella foto) e su dieci suoi collaboratori”, scrive la Folha de S.Paulo. Bolsonaro è accusato di associazione a delinquere, peculato e riciclaggio per aver rivenduto illegalmente i gioielli regalati da alcuni governi stranieri, in particolare dall’Arabia Saudita, e valutati più di un milione di euro.

L’ostinazione di Biden

“Il Partito democratico statunitense è spaccato sulla candidatura di Joe Biden alle presidenziali di novembre”, scrive Axios. “Dopo la pessima prestazione del presidente nel primo dibattito tv con Donald Trump, molti politici democratici hanno espresso pubblicamente la loro preoccupazione e alcuni sono arrivati a chiedere al presidente di farsi da parte. Inoltre importanti donatori hanno fatto sapere che non finanzieranno più il partito se Biden resterà il candidato. Ma il presidente ha ripetuto più volte di non volersi ritirare e per ora il grosso del partito continua a sostenerlo”. Politico ha scritto che Biden sta cercando di assicurarsi il sostegno dei leader afroamericani e dei dirigenti sindacali – molto influenti nel partito – e descrive quelli che lo criticano come “bianchi d’élite distanti dalla base operaia e variegata del partito”.

Un patto per l’economia

Argentinian Presidency, Afp/Getty

L’8 luglio il presidente ultraliberista Javier Milei ha firmato a Tucumán insieme a diciotto governatori del paese (nella foto) un accordo chiamato Pacto de mayo, che aveva annunciato mesi fa e che si sarebbe dovuto sottoscrivere a maggio. Si tratta, spiega il quotidiano spagnolo El País, di un decalogo di obiettivi a medio e lungo termine per portare l’Argentina fuori dalla crisi economica. Tra i vari punti ci sono l’equilibrio fiscale come principio non negoziabile, i tagli alla spesa pubblica e le riforme del fisco, del lavoro e del sistema pensionistico. È previsto anche un incentivo alle importazioni per aprire il paese al commercio internazionale. “Anche se Milei ha cercato di riunire tutti gli ex presidenti argentini, hanno partecipato solo il conservatore Mauricio Macri e Adolfo Rodríguez Saá, che restò in carica appena una settimana, durante la crisi del 2001. Cinque governatori peronisti non si sono presentati”. ◆

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1571 - 12 luglio 2024
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