Scienza

A digiuno per il caldo

Le temperature estreme potrebbero limitare la capacità degli insetti impollinatori di nutrirsi. Una ricerca pubblicata su Proceedings of the Royal Society B ha esposto a temperature di 40 gradi per quasi tre ore circa duecento bombi selvatici Bombus pascuorum e Bombus terrestris, rilevando che la capacità delle loro antenne di riconoscere i profumi dei fiori di cui si nutrono si era fortemente ridotta: fino all’80 per cento nelle operaie femmine e fino al 50 per cento nei maschi. Il declino era maggiore nei bombi selvatici rispetto a quelli allevati. Gli insetti non hanno recuperato completamente l’olfatto nemmeno dopo 24 ore, suggerendo che gli effetti potrebbero essere di lunga durata e pregiudicare l’impollinazione, essenziale per gli ecosistemi e l’agricoltura. Per altri insetti impollinatori, come le api carpentiere, che non formano colonie e non immagazzinano cibo, non essere in grado di nutrirsi per qualche giorno potrebbe essere letale.

Un vaccino per l’alzheimer

Alcune aziende stanno cercando di realizzare dei vaccini contro l’alzheimer. Tra il 60 e l’80 per cento dei casi di demenza sono dovuti a questa malattia, che colpisce milioni di persone, e con l’invecchiamento della popolazione i numeri sono destinati ad aumentare nei prossimi anni. I vaccini in fase di studio potrebbero fermare la progressione dell’alzheimer e perfino prevenire la sua comparsa. Una delle aziende coinvolte è la Vaxxinity, che ha sede in Florida, negli Stati Uniti. Il farmaco che sta sviluppando potrebbe presto entrare in fase di sperimentazione clinica. Se i risultati dovessero essere positivi, tra qualche anno il vaccino potrebbe essere messo sul mercato. Il farmaco dovrebbe stimolare la produzione di anticorpi contro le placche proteiche che si formano nel cervello delle persone affette da questa forma di demenza, senza interferire con le proteine normali. Sono anche allo studio dei test per valutare il rischio di alzheimer anni prima della comparsa dei sintomi, che potrebbero essere usati per individuare le persone alle quali proporre un vaccino. ◆

Il segreto della morfina

Secondo uno studio pubblicato su Science potrebbe essere stato individuato nei topi un gruppo di neuroni responsabile dell’effetto antidolorifico della morfina. La morfina è efficace contro il dolore ma ha molti effetti avversi, per esempio sulla respirazione. Separare le proprietà antidolorifiche della morfina da questi problemi potrebbe quindi permettere lo sviluppo di farmaci migliori.

Gli uistitì hanno un nome

David Omer’s Lab

Come gli umani anche gli uistitì (Callithrix jacchus, nella foto) si chiamano per nome. I ricercatori hanno analizzato con l’intelligenza artificiale le registrazioni di cinquantamila richiami tra coppie di queste piccole scimmie, separate da una barriera visiva, verificando che riconoscevano suoni specifici. Gli uistitì reagivano più spesso quando sentivano il suono corrispondente al loro “nome”, scrive Science. Inoltre ogni gruppo familiare adottava suoni diversi. Anche delfini, elefanti e alcune specie di pappagalli e pipistrelli usano dei segnali vocali specifici per chiamare gli individui della loro specie.

Il piano cinese per la fusione

La Cina ha un piano per diventare leader mondiale nel settore della fusione nucleare, scrive Nature. Il paese dispone già di due reattori sperimentali, ma entro una decina d’anni dovrebbe entrare in funzione un impianto chiamato Cfetr, che punta a ottenere dal processo di fusione nucleare più energia di quella immessa nel sistema e potrebbe costituire il modello per un prototipo di centrale elettrica a fusione.

Matthew Kapust, Sanford Underground Research Facility

Fisica Un altro tentativo di provare l’esistenza della materia oscura si è concluso con un nulla di fatto, scrive Science. L’esperimento Lux Zeplin, condotto in un laboratorio sotterraneo negli Stati Uniti con il rilevatore più sensibile mai costruito (nella foto), non ha infatti trovato traccia delle ipotetiche particelle wimp, considerate le candidate più probabili per spiegare la materia oscura. Secondo alcuni scienziati il fallimento è la prova che le teorie attuali devono essere riviste.

Neuroscienze Un articolo pubblicato su Science Advances ha paragonato il processo di invecchiamento del cervello negli umani e negli scimpanzé. L’analisi delle immagini ottenute con la risonanza magnetica ha confermato l’ipotesi che le parti del cervello umano evolutesi per ultime sono anche quelle che si deteriorano per prime durante il processo di perdita progressiva della materia grigia.

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1579 - 6 settembre 2024
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