◆ Al largo di Santa Barbara, in California, è stato lanciato un progetto sperimentale di coltivazione di alghe per combattere il cambiamento climatico. L’obiettivo è sfruttare la rapida crescita del kelp gigante (Macrocystis pyrifera) per assorbire l’anidride carbonica dall’acqua dell’oceano, che sarebbe poi in grado di rimuovere una maggiore quantità di questo gas dall’atmosfera. Dopo essere state raccolte, le alghe dovrebbero essere fatte depositare sul fondale oceanico a migliaia di metri di profondità, dove potrebbero trattenere il carbonio assorbito anche per secoli. Ma finora il kelp è cresciuto a un ritmo più lento del previsto, forse per la mancanza di ferro, scrive Science. L’esperimento inoltre ha suscitato diverse critiche. Le alghe potrebbero essere consumate dagli organismi marini, con l’effetto di liberare il carbonio prima del dovuto, e accumulandosi sui fondali rischiano di alterare un ecosistema caratterizzato dalla scarsità di materia organica. Per questi motivi alcuni scienziati hanno chiesto una moratoria sulle coltivazioni di alghe, avvertendo che questi progetti difficilmente avranno effetti concreti sul cambiamento climatico e possono sconvolgere gli ecosistemi oceanici. Secondo altri esperti sarebbe importante verificare se le coltivazioni di kelp costituiscono davvero un buon metodo per ridurre i livelli di gas serra nell’atmosfera. Ma calcolare con precisione la quantità di carbonio assorbito da queste alghe può essere molto complesso.
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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati