I chatbot più avanzati rischiano di dare più spesso risposte errate, affermano su Nature i ricercatori del Valencian research institute for artificial intelligence, che hanno testato le nuove versioni dei programmi della OpenAi, della Meta e del gruppo di ricerca BigScience. Con il crescere dell’accuratezza aumentava la percentuale delle risposte corrette ma anche di quelle errate, che in alcuni casi superava il 60 per cento. I bot rispondevano anche alle domande complesse invece di ammettere di non conoscere l’argomento. Potevano sbagliare anche le risposte più semplici, il che significa che non esiste un “intervallo operativo sicuro”. Inoltre il controllo umano non sempre funziona: tra il 10 e il 40 per cento delle volte gli utenti consideravano corrette le risposte sbagliate. Secondo i ricercatori i chatbot dovrebbero evitare le domande difficili e migliorare le prestazioni su quelle più semplici. Questo migliorerebbe la fiducia nell’intelligenza artificiale.
Errori da principianti
La miopia dilaga
Nel mondo un bambino su tre ha problemi di miopia, afferma uno studio pubblicato sul British Journal of Ophthalmology, che ha preso in esame ricerche svolte su più di cinque milioni di bambini in cinquanta paesi. Le percentuali più alte sono in Asia orientale: il Giappone ha l’85 per cento di bambini miopi, la Corea del Sud il 73 per cento, la Cina più del 40 per cento. Oltre che alla predisposizione genetica, questo è dovuto anche a fattori legati allo stile di vita, come l’età precoce a cui i bambini cominciano il percorso formativo in molti paesi asiatici. Tra gli stati con il dato più basso ci sono invece il Paraguay e l’Uganda, intorno all’uno per cento. Tra il 1990 e il 2023 la percentuale di bambini miopi è triplicata, arrivando a toccare complessivamente il 36 per cento. A questo aumento ha contribuito anche la pandemia di covid-19, che ha costretto i bambini a passare meno tempo all’aperto e più davanti agli schermi. Se la tendenza sarà confermata, secondo gli autori entro il 2050 più della metà degli adolescenti del pianeta e più di due terzi di quelli asiatici potrebbero soffrire di miopia. ◆
Vincitori e vinti tra i cervidi
Il cambiamento climatico incide sulle specie di cervidi in modo diverso. Secondo Global Change Biology, alcune sono favorite dalle temperature più miti, che permettono loro di risparmiare energie. Altre, come le renne, sono invece svantaggiate, perché il riscaldamento globale rende più difficile trovare il nutrimento. Molte specie saranno probabilmente spinte a spostarsi verso nord.
Assaggiare con le zampe
I pesci del genere Prionotus sono dotati di sei appendici simili a zampe che usano per “camminare” sul fondale marino. Uno studio pubblicato su Current Biology ha scoperto che nella specie Prionotus carolinus (nella foto) diffusa nell’oceano Atlantico occidentale, queste appendici sono ricoperte di papille tattili e gustative utili per individuare le prede nascoste sotto la sabbia. Non tutte le specie di gallinelle di mare hanno queste papille, che potrebbero quindi essere un esempio di innovazione evolutiva di successo.
Le orche sconosciute
Nell’oceano Pacifico al largo del Cile è stata scoperta una popolazione di orche finora sconosciuta. Questo elusivo gruppo di mammiferi marini caccia con successo i delfini, una preda insolita e difficile da catturare. Secondo Frontiers in Marine Science non è ancora chiaro con quale altra popolazione di orche sia imparentata. I risultati potrebbe aiutare nella conservazione delle orche.
Archeologia Uno studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science ha analizzato alcuni resti umani risalenti alla spedizione guidata da John Franklin, che nel 1845 partì a bordo di due navi per cercare il passaggio a nordovest, ma rimase bloccata nei ghiacci dell’Artico e si concluse con la morte dell’intero equipaggio. Il confronto tra il dna raccolto e quello dei possibili discendenti ha permesso di attribuire i resti al capitano James Fitzjames (nella foto). I segni sulle ossa fanno ipotizzare che il cadavere sia stato cannibalizzato dai compagni di spedizione dopo la fine delle scorte alimentari.
Geologia Al largo della costa occidentale del Sudamerica è stato scoperto un antico fondale marino che potrebbe risalire al tempo dei dinosauri. Secondo Science Advances, studiarlo può migliorare la comprensione dei meccanismi interni del pianeta e della deriva dei continenti.
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