“Chi governa davvero il Senegal? Il presidente Bassirou Diomaye Faye, un politico quasi sconosciuto eletto a marzo con il 54 per cento dei voti, o Ousmane Sonko, il candidato che Diomaye Faye aveva sostituito e che poi ha nominato primo ministro?”, si chiede Jeune Afrique. Il mensile panafricano dà voce alle critiche dell’opposizione senegalese, secondo cui il paese – una repubblica presidenziale – si trova in una situazione inedita, con un premier molto carismatico e un presidente che sembra svolgere un ruolo quasi solo rappresentativo. In realtà, nota il giornale, il rapporto tra i due è più paritario di quanto appaia: per esempio, rispetto al bellicoso Sonko, Diomaye Faye è un “volto più rassicurante” per i partner stranieri, Francia compresa. Il Senegal intanto si prepara alle legislative anticipate del 17 novembre. Il 14 ottobre il governo ha presentato l’ambizioso piano “Sénégal 50” di riforma dell’economia. L’obiettivo, scrive Rfi, è “aumentare il reddito pro capite del 50 per cento in cinque anni e allungare di tre anni la speranza di vita, riducendo allo stesso tempo il deficit e il debito pubblico”. ◆
Una poltrona per due
Johannesburg resta a secco
In Sudafrica la Rand Water, l’azienda idrica più grande del continente, che fornisce l’acqua a Johannesburg, Pretoria e all’intera provincia del Gauteng, ha avvertito il 14 ottobre di una crisi idrica imminente. In questa parte del paese è attesa un’ondata di caldo e i livelli dei bacini sono già molto bassi. Secondo alcuni studiosi, la provincia è vicina al “giorno zero”, quello in cui i rubinetti delle case di almeno dodici milioni di persone resteranno asciutti. In alcuni quartieri di Johannesburg, come South Hills, l’acqua manca già da due settimane, riporta il Sunday Times. Dal 1 settembre in città sono entrate in vigore restrizioni all’uso dell’acqua da parte dei privati, ma l’intera rete idrica è al collasso e si calcola che, tra perdite e furti, si sprechi il 44 per cento dell’acqua. La situazione è grave anche nel vicino Zimbabwe: a Bulawayo, seconda città del paese, l’acqua non è erogata per 130 ore a settimana, dopo la chiusura di sei bacini idrici che erano arrivati a un punto critico.
Nella fabbrica dei droni russi
Nei primi sei mesi del 2024 almeno 182 donne tra i 18 e i 22 anni provenienti dall’Africa centrale e orientale sono state attirate in Russia con offerte ingannevoli e mandate a lavorare in una fabbrica di droni nella regione del Tatarstan, mille chilometri a est di Mosca. Come si legge in un’inchiesta dell’Associated Press, in cambio della soluzione di un gioco al computer e al superamento di un test di russo molto basico, le candidate potevano ottenere un biglietto aereo, del denaro e la possibilità di entrare in Europa. Ma, invece di lavorare nell’ospitalità e nella ristorazione com’erano state indotte a pensare, sono finite ad assemblare droni per la guerra in Ucraina, anche se non avevano esperienza in questo campo. Alcune si sono lamentate delle lunghe ore di lavoro e della sorveglianza costante, degli stipendi, che non corrispondevano a quelli promessi, e del fatto di dover lavorare a contatto con sostanze chimiche. La fabbrica, che si trova nella zona economica speciale di Alabuga, è l’unica in Russia a impiegare donne provenienti dall’Africa, ma anche dall’Asia e dal Sudamerica. Il reclutamento è motivato dalla grave carenza di manodopera in Russia. Le donne sono state contattate su Facebook o hanno partecipato a uno degli eventi organizzati nei paesi d’origine, per esempio in Uganda.
Abdel Fattah premiato
Alaa Abdel Fattah ( nella foto ), scrittore e attivista egiziano-britannico protagonista della rivoluzione del 2011 e in carcere quasi ininterrottamente da dieci anni, ha ricevuto il premio letterario Pen destinato a chi si distingue per il suo coraggio. Come spiega Middle East Monitor, ogni anno il vincitore del premio Pen Pinter può scegliere a chi attribuire questa onorificenza tra una lista di autori internazionali impegnati nella difesa della libertà di espressione, selezionati dall’organizzazione per i diritti umani English Pen. La vincitrice di quest’anno, l’indiana Arundhati Roy, ha scelto Abdel Fattah. A ritirare il premio, l’11 ottobre alla British library di Londra, è stata Lina Attalah, direttrice del sito egiziano Mada Masr. Alla cerimonia erano presenti anche i familiari di Abdel Fattah e la scrittrice canadese Naomi Klein.
Diplomazia Il 13 ottobre è entrato in vigore un accordo che definisce i diritti e gli obblighi dei paesi che sorgono sulle rive del Nilo. L’accordo è stato firmato da sette stati, ma non da Egitto e Sudan, che si oppongono alla costruzione in Etiopia della diga Grand ethiopian renaissance.
Sudan Il 12 ottobre 23 civili sono morti in un raid dell’aviazione sudanese su un mercato della capitale Khartoum.
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati