La sconvolgente vittoria dell’adolescente statunitense Hans Niemann, 19 anni, contro il campione del mondo di scacchi Magnus Carlsen, 31 anni, durante la Sinquefield cup di Saint Louis, negli Stati Uniti, a settembre, avrebbe potuto essere salutata come l’arrivo in grande stile di una nuova forza in questo antico e affascinante gioco di strategia.
Invece la partita che ha posto fine all’imbattibilità del norvegese, considerato il più grande giocatore di tutti i tempi, dopo 53 vittorie di fila, ha scatenato accuse d’imbroglio, proteste, minacce legali e teorie del complotto (amplificate da Elon Musk) che hanno a che fare con un sex toy.
Il polverone si è sollevato quando Carlsen si è ritirato dal torneo di Saint Louis dopo la sconfitta e ha diffuso su Twitter un filmato dell’allenatore di calcio José Mourinho che dice: “Se parlo finisco in guai grossi. E non voglio finire in guai grossi”.
Vittoria impressionante
Il mondo degli scacchi ha colto l’allusione. Sui social network, nei livestream e nei blog in molti hanno immaginato che Carlsen stesse accusando il suo avversario di barare.
“La faccenda si è fatta davvero piccante molto in fretta”, ha detto Hikaru Nakamura, uno dei migliori giocatori statunitensi, sul suo popolare canale di streaming, aggiungendo: “Sto forse insinuando che sia successo qualcosa? Sto solo dicendo che Magnus ha dei sospetti”. Jan Nepomnjaščij, un russo, ha definito la vittoria di Niemann “più che impressionante”.
In un’emozionata intervista dopo la sua vittoria, Niemann ha ammesso di aver imbrogliato in alcune partite giocate su internet quando aveva dodici anni e di nuovo qualche anno più tardi, con l’obiettivo di far aumentare il pubblico delle sue dirette online. Ha definito la cosa il “più grave errore della mia vita”, ma ha negato di aver mai imbrogliato in una partita giocata di persona.
“Vedere il mio eroe cercare di rovinare la mia reputazione e la mia carriera scacchistica, e farlo in modo così superficiale, è una vera delusione”, ha detto Niemann di Carlsen.
Mentre le voci di corridoio si susseguivano, il sito Chess.com ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di avere prove che “contraddicono le dichiarazioni di Niemann sul numero e la gravità dei suoi imbrogli”. Per inciso, Chess.com quest’estate ha comprato l’azienda di Carlsen, Play Magnus, in un affare da 82 milioni di dollari.
Il 19 settembre, quando Carlsen e Niemann si sono affrontati in una rivincita online, il norvegese ha di nuovo lasciato tutti a bocca aperta, ritirandosi dopo una sola mossa, in quello che è apparso come un atto di protesta. Il 27 settembre Carlsen ha accusato apertamente lo statunitense: “Credo che Niemann abbia imbrogliato di più – e più recentemente – di quanto abbia ammesso pubblicamente”.
“Ho avuto l’impressione che non fosse teso e neppure concentrato” durante la partita a Saint Louis, ha continuato Carlsen, che ha definito il fatto di barare come “una minaccia alla sopravvivenza stessa degli scacchi”.
Si tratta dell’ultima di una recente serie di dichiarazioni che hanno seminato il caos, proprio mentre il decennio di Carlsen al vertice assoluto degli scacchi sta volgendo al termine. A luglio ha annunciato che non avrebbe difeso il suo titolo mondiale, dichiarando di non essere più motivato a giocare.
Intervistata dalla Cnn, Susan Polgar, ex campionessa dei tornei femminili, ha detto che barare è “da anni un grave problema nel mondo degli scacchi” e ha spiegato i vari modi in cui si può fare, per esempio usando degli smartphone nascosti o affidandosi a dei complici per farsi mandare dei segnali.
Niemann è attualmente al quarantesimo posto nella classifica mondiale. Alla fine del 2020, dopo aver smesso di giocare online, ha cominciato una febbrile serie di partite di persona, grazie alle quali ha rapidamente migliorato la sua classifica. Ma questa sua rapida ascesa ha sollevato dei sospetti. Tuttavia, non ci sono prove che abbia imbrogliato durante la partita di Saint Louis.
Una teoria farsesca, scaturita da un post del popolare forum online Reddit, è che lo statunitense abbia usato un anal bead, un sex toy dotato d’intelligenza artificiale che lo avrebbe aiutato vibrando al momento opportuno. Il fondatore di Tesla, Elon Musk, ha ripreso la teoria, twittando ai suoi 107 milioni di follower che: “Il talento colpisce un bersaglio che nessun altro riesce a colpire, il genio colpisce un bersaglio che nessuno può vedere (perché è nel tuo sedere)”.
Un ambiente compassato
Internet ha alimentato la popolarità degli scacchi grazie alla crescita dello streaming in rete, che lo ha reso uno gioco facile da seguire. Ma la tecnologia ha anche gettato i semi della distruzione.
Un’app gratuita potrebbe facilmente battere il più forte giocatore di tutti i tempi, e i suggerimenti di un software, nei momenti cruciali, potrebbero trasformare all’istante un dilettante in un grande maestro.
Sulla scia di questa polemica, c’è chi si è improvvisato investigatore e ha deciso di analizzare le mosse di Niemann, nel tentativo di accertare se la sua partita contro Carlsen fosse troppo perfetta, come se fosse stata giocata da un robot. Un’analisi statistica non ha rilevato alcun segnale d’imbroglio; un’altra, invece, ha affermato che le prove in tal senso erano forti. Ma il caos che si è creato, con la classica folla inferocita (formatasi in rete) e a cui si è unito, con modalità criptiche, il campione assoluto del gioco, ha generato disagio in molte persone in tutto l’ambiente degli scacchi, solitamente compassato.
“Mi fa sentire sporco”, ha detto Levy Rozman, maestro internazionale e commentatore del popolare sito GothamChess. “Mi fa star male”.
I portavoce di Carlsen e Niemann hanno declinato ogni nostra richiesta di commento sulla faccenda.
La Fide, l’organismo internazionale che regolamenta gli scacchi, ha preso posizione su quella che ha definito “la polemica Carlsen-Niemann”, e ha promesso che barare non diventerà una “piaga”. Ha inoltre criticato Carlsen, un “ambasciatore del gioco”, per la sua “responsabilità morale”: “Crediamo profondamente che ci fossero modi migliori di gestire questa situazione”.
Niemann non si è espresso pubblicamente dopo la raffica di tweet sprezzanti ricevuti in seguito alla sfida di Saint Louis. Ma ha chiesto: “Se c’erano delle prove reali, perché non mostrarle? Qualcuno ha intenzione di assumersi le responsabilità per il danno che è stato fatto?”. ◆ ff
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Questo articolo è uscito sul numero 1481 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati