Sì, il diritto internazionale lo consente, è utile dal punto di vista militare e abbiamo il dovere di essere solidali con l’Ucraina. E il presidente russo Vladimir Putin sta bluffando. Dal punto di vista del diritto internazionale non ci sono dubbi: l’Ucraina è sotto attacco e ha tutto il diritto di difendersi, anche colpendo obiettivi militari legittimi sul territorio del suo aggressore, la Russia. Per farlo oggi dispone dei missili statunitensi Atacms, dei missili da crociera britannici Storm-Shadow e degli Scalp-Eg francesi, tutti con una gittata compresa tra i 250 e i 300 chilometri. Inizialmente l’idea di Kiev era di usare queste armi contro le basi aeree in territorio russo da cui decollano i cacciabombardieri, che sganciano razzi e bombe plananti ancora prima di raggiungere il confine, devastando le città ucraine.
Mosca ha spostato molte basi militari lontano dalla frontiera ucraina. Ormai solo una su dieci è alla portata dei missili Atacms. Tra centri di comando dell’esercito e depositi di armi e carburante, gli obiettivi da colpire comunque non mancano. E infatti da mesi i caccia ucraini sganciano sulla Russia missili Storm-Shadow. Ma mentre i britannici e i francesi sarebbero disposti a dare il via libera ad attacchi contro obiettivi collocati più in profondità nel territorio russo, gli statunitensi esitano.
Washington prende molto sul serio la minaccia del leader russo Vladimir Putin di ricorrere all’atomica e teme un’escalation. Eppure, un rapido sguardo alla storia delle “linee rosse” in questo conflitto dimostra che Putin sta bluffando. Con le armi pesanti fornite all’Ucraina, gli attacchi alla Crimea (annessa alla Russia nel 2014 in violazione del diritto internazionale) e infine con l’ingresso delle truppe ucraine nella regione russa di Kursk, l’occidente ha sempre temuto di oltrepassare la linea rossa che avrebbe portato allo scontro diretto con Mosca. Ma nonostante i proclami Putin non ha mai dato seguito alle sue minacce. Al contrario, sembra costantemente impegnato ad aggiornare la lettura degli eventi.
Nella regione di Kursk, per esempio, la “minaccia esistenziale” si è trasformata in una “situazione difficile”. Nico Lange, esperto della Conferenza di Monaco sulla sicurezza, ne deduce che le linee rosse di cui si parla tanto in realtà non sono affatto tali. E poi, dall’uso delle armi nucleari Mosca avrebbe poco o niente da guadagnare e molto da perdere, a cominciare dal sostegno cinese.
I continui tentennamenti dell’occidente sono costati tempo e vite umane all’Ucraina. I razzi Atacms e i missili Storm Shadow/Scalp-Eg magari non cambieranno radicalmente il corso della guerra, ma almeno permetteranno a Kiev di difendere meglio le sue città dagli attacchi russi, in modo da limitare il numero delle vittime. Un motivo sufficiente per usarli. ◆ sk
Stefan Mahlke è un giornalista e storico tedesco, responsabile dell’ Atlas der Globalisierung (Atlante della globalizzazione) pubblicato in tedesco da Le Monde Diplomatique.
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Questo articolo è uscito sul numero 1582 di Internazionale, a pagina 44. Compra questo numero | Abbonati