I l momento del taglio del nastro è stato accompagnato da applausi e grida entusiaste. Nel quartiere Jimbocho di Tokyo, dove si trovano le sedi di tante case editrici e moltissime librerie, anche di libri usati, nella primavera del 2024 è stata inaugurata la libreria condivisa Honmaru. “Sono felice che Honmaru (un gioco di parole tra libro e fortezza) sia inaugurata proprio qui: diventerà una roccaforte per difendere l’editoria”, ha dichiarato con entusiasmo Shogo Imamura, scrittore famoso per i suoi romanzi d’ispirazione storica e fondatore della libreria.

Il concetto di libreria condivisa, dove diversi venditori prendono in affitto gli scaffali proponendo i loro libri preferiti, ha preso piede progressivamente negli ultimi anni.

Per questi “affittuari” i vantaggi stanno nel basso costo di affitto, tenuto conto dello spazio relativamente ridotto offerto dagli scaffali, e nei legami che possono creare tra loro e con altre persone intorno alla passione per i libri.

Crollo verticale

Lo scrittore si è interessato a questo nuovo concetto a causa del declino delle librerie tradizionali. Secondo i dati del centro giapponese per le infrastrutture editoriali, a marzo del 2024 in Giappone c’erano 10.918 librerie, circa 4.700 in meno rispetto a dieci anni prima. Inoltre, uno studio commissionato dalla fondazione per l’editoria giapponese ha rivelato che, sempre nel marzo 2024, in poco meno del 28 per cento dei comuni non c’è più neanche una libreria.

Imamura ha cominciato a pensare circa un anno fa all’apertura di una libreria condivisa. “È un modo in cui privati e imprese possono sostenere il settore”, si è detto. La sua idea è di diffondere il modello in tutto il paese. E ha scelto Jimbocho, una specie di capitale giapponese del libro, come punto di partenza ideale del progetto.

Si è associato a Kashiwa Sato, curatore e designer, attivo in Giappone e all’estero, che aveva scritto una recensione di una delle sue opere, mostrando un grande amore per i libri: “Mi farebbe piacere se potessimo collaborare per aprire un’attività che in seguito si possa replicare in tutte le città”, gli aveva scritto in una lettera. Così i due hanno concepito insieme il nome e il logo della libreria.

Disposta su due piani, di cui uno seminterrato, la libreria Honmaru contiene 364 scaffali, gli elementi fondamentali del progetto, fatti con legno di tsughe (abete rosso), noto per la sua solidità. Ogni settore tende a riflettere il carattere di chi l’ha preso in affitto, sia come libri in vendita, sia anche visivamente. Così si può trovare uno scaffale interamente dedicato alle saune o uno che contiene solo libri di colore giallo.

La libreria Honmaru (Yasuhiro Takagi, Kashiwasato.com)

Tra gli affittuari figurano dei privati e delle aziende, e non solo del settore dell’editoria ma anche provenienti da altri campi, come quello dell’informatica o della pittura. Inoltre diverse amministrazioni comunali hanno dimostrato il loro interesse per l’iniziativa.

“Ancora una volta sono stupito dalla capacità dei libri nel riunire gli individui e le imprese”, si entusiasma Shogo Imamura. Tra l’altro il nome della libreria suggerisce anche l’idea di circolo (maru), un luogo d’incontro e di dialogo tra persone, aziende ed enti di ogni genere.

Il giorno dell’inaugurazione erano presenti molti di questi “inquilini”, tra cui Yuko Matsuoka, un’impiegata di 39 anni proveniente da Hamamatsu, città del Giappone centrale, che vorrebbe promuovere gli autori legati alla sua prefettura di origine, Aichi, anche questa nel centro del Giappone. Yuko ha quindi riempito i suoi scaffali con libri di autori di queste aree, molti dei quali le hanno dato delle copie firmate. “Mi piacciono tantissimo i libri di Imamura, e seguo le sue attività da molto tempo”, si rallegra la donna. “Inoltre sono davvero contenta di partecipare a questo progetto perché mi permette di entrare in contatto con gli ‘inquilini’ di altri scaffali”.

La cartiera Shinsei Pulp & Paper, che rifornisce fra gli altri diverse case editrici, espone sui suoi scaffali dei libri dedicati alla carta. Yasutaka Ikeda, responsabile dell’azienda nell’area di Tokyo, spiega: “Di solito le nostre attività si riducono alla vendita. Abbiamo voluto affittare degli scaffali per condividere quello che facciamo e la nostra passione per la carta. Inoltre la nostra sede principale non è lontana da Jimbocho, un quartiere che conosciamo molto bene”.

Sguardo al futuro

Durante l’inaugurazione della libreria Shogo Imamura e Kashiwa Sato hanno organizzato una tavola rotonda in una sala vicina. Il direttore artistico è tornato sulle ragioni del suo impegno: “Rifletto sempre sul modo in cui posso essere utile alla società approfittando del potere della creatività. E poiché mi piacciono molto i libri e le librerie, sono stato subito sedotto da questo progetto. Tra l’altro, che la crisi delle librerie fosse così profonda è stata una brutta scoperta”.

“Purtroppo”, aggiunge lo scrittore, “è molto probabile che il numero delle librerie tradizionali continui a diminuire. Per contrastare questa tendenza ho pensato che una nuova forma di libreria possa essere una buona idea, e questo mi ha portato al concetto, piuttosto innovativo, di una libreria condivisa”.

A lui e a Sato è stato chiesto quale sarà secondo loro il futuro di Honmaru. “Honmaru è un nuovo genere di libreria, così come lo smartphone è completamente diverso rispetto ai primi cellulari”, osserva Kashiwa Sato. “Fra dieci anni la nostra libreria avrà forse una forma che non avremmo mai immaginato. Imamura ha dichiarato che questa libreria avrebbe ‘modificato il corso della storia’. Spero che sia veramente così”. A sua volta lo scrittore osserva: “È vero, prima ho detto così, ma per la verità non posso affermarlo con certezza. Quello di cui però sono sicuro è che se oggi non facciamo nulla, fra dieci anni potremo solo avere dei rimpianti. Intanto provo a immaginare un futuro in cui Honmaru sarà presente in ogni angolo del Giappone”.

Secondo Imamura una parte fondamentale del lavoro è organizzare incontri e scambi tra inquilini di scaffali; inoltre vorrebbe fornire un contributo finanziario, sotto forma di credito, a chi vorrà aprire la propria libreria.

Dopo l’inaugurazione, il fondatore di Honmaru ha chiesto aiuto direttamente al pubblico: “Tutti possono contribuire a costruire e far crescere questa libreria, in modo che possa prosperare. Le persone convinte che i libri siano qualcosa di necessario dovranno unire le loro forze in tutto il paese”.

Per ora siamo solo agli inizi e ci si chiede come questo progetto potrà svilupparsi in futuro. Certamente all’orizzonte si intravedono tante possibilità. ◆ adr

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Questo articolo è uscito sul numero 1581 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati