È passato poco più di un anno da quando la Wynn Resorts Limited, azienda di casinò di Las Vegas, ha annunciato di voler aprire un resort da 4 miliardi di dollari (3,6 miliardi di euro) negli Emirati Arabi Uniti. L’area è piena di operai al lavoro per quella che, secondo i costruttori, diventerà una meta turistica di primo piano.

Negli ultimi dieci anni le isole artificiali Al Marjan, al largo dell’emirato di Ras al Khaymah, erano considerate un’occasione persa, un elefante bianco di 2,7 chilometri quadrati in gran parte inutilizzato. Ora i lotti sono stati tutti venduti e i pannelli che circondano i cantieri sono tappezzati di pubblicità di case. Abdulla Al Abdouli, l’amministratore delegato dell’ente statale che ha realizzato le isole, ha dichiarato che almeno venti società immobiliari hanno progetti in corso. Secondo le sue previsioni, la maggior parte di questi sarà completata nei prossimi sei anni. Il piccolo aeroporto internazionale dell’emirato sta pianificando un nuovo terminal per aumentare la capacità fino a due milioni di passeggeri all’anno entro il 2027, quasi il triplo dei circa 700mila viaggiatori previsti quest’anno.

Ras al Khaymah ha una costa di 60 chilometri sul golfo Persico e finora ha attirato soprattutto turisti russi in cerca di un’alternativa a Dubai più economica. Le isole Al Marjan sono state completate nel 2013.

Su quella in cui la Wynn sta costruendo il suo casinò con resort fervono le attività. Alcune gru si stagliano sul terreno che ospiterà uno dei più grandi complessi dell’azienda, una struttura con 1.500 camere. Fino all’apertura al pubblico, prevista nel 2027, l’accesso all’isola è riservato solo a chi lavora nel cantiere.

L’arrivo dei casinò segnerebbe un cambio di passo per gli Emirati Arabi Uniti, dove il gioco d’azzardo è proibito dall’islam ed è illegale. I trasgressori possono essere multati o condannati a due anni di detenzione, o entrambe le cose. Gli Emirati Arabi Uniti hanno creato un’autorità che dia un quadro di riferimento per il gioco d’azzardo legalizzato, anche se finora non è stata approvata alcuna legge.

Un vantaggio

Ci sono voluti decenni per rendere Las Vegas quello che è oggi, ma i funzionari dell’emirato sono molto più ambiziosi. Marjan, il proprietario delle isole, vuole realizzare circa novemila camere d’albergo e altrettante case da aggiungere a quelle già esistenti. Oggi le isole ospitano sei hotel per un totale di 3.052 camere e più o meno tremila appartamenti. Las Vegas ha quasi 155mila camere d’albergo. L’emirato punta ad arrivare a un decimo di questo numero nel giro di una generazione.

Secondo Al Abdouli, a Ras al Khaymah, che nel 2023 ha accolto 1,2 milioni di visitatori, l’offerta disponibile è in netto ritardo rispetto alla domanda. Con circa ottomila camere in più si avrebbe l’opportunità di far crescere il mercato e di attirare nuovi visitatori.

“Al Marjan è diversa dal trambusto del centro di Dubai o di Abu Dhabi”, ha dichiarato Al Abdouli. “È un luogo di evasione. Molte persone arrivano da altre parti del paese per una vacanza. Ci sono spiagge e zone montuose per escursioni a piedi, in bicicletta e per fare triathlon. Il resort Wynn sarà un catalizzatore senza eguali”.

I prezzi sono esplosi e i pochi fortunati che hanno comprato in anticipo hanno guadagnato cifre da record. Per Bin Kalban, amministratore delegato della Dubai Investments Pjsc, fino a non molto tempo fa il costo al metro quadrato era di 3.200 dirham (circa 800 euro), ma ora non si trova nulla sotto gli 8.600 dirham. Secondo CoStar, una società di Londra che fornisce dati e analisi nel settore immobiliare, Ras al Khaymah ha dodici alberghi in fase di progettazione e sette in costruzione.

Nell’emirato si respira un’atmosfera da Arabia antica, con una vasta distesa di dune di sabbia rossa e una vegetazione rada. È un paesaggio lontano dai grattacieli e dagli ingorghi di Dubai, a un centinaio di chilometri da lì. Nella corsa allo sviluppo di destinazioni turistiche, Ras al Khaymah ha un vantaggio rispetto all’Arabia Saudita: l’alcol è legale e ci sono già molti turisti russi e cinesi, nonostante il numero limitato di alberghi. Il casinò attirerebbe i giocatori d’azzardo, ma anche famiglie in cerca di un assaggio di Las Vegas nel deserto. Perché l’emirato possa diventare una meta sostenibile e accogliere un flusso costante di visitatori, tuttavia, servono ulteriori investimenti nelle infrastrutture, nei ristoranti e nei negozi. Per esempio, non si possono visitare le isole di Al Marjan da Dubai con i mezzi di trasporto pubblici.

Mercato in espansione

Nonostante queste carenze, le società immobiliari si stanno affrettando a completare le proprietà il prima possibile. Una villa con quattro camere da letto sull’isola costa 6 milioni di dirham (1,5 milioni di euro), mentre le case più pregiate possono raggiungere anche i 40 milioni.

La Emaar Properties Pjsc, che ha realizzato la torre più alta del mondo a Dubai, sta costruendo appartamenti di lusso e villette a schiera e li pubblicizza sottolineando l’apertura del vicino casinò. Il resort Address, che dovrebbe costare almeno 1,8 milioni di dirham (452mila euro), comprenderà appartamenti da una a quattro camere da letto in un complesso con palestre, piscine e ristoranti sulle spiagge.

Il più importante costruttore di Abu Dhabi ha stretto un accordo con il club internazionale di lusso Nikki Beach per realizzare tre edifici residenziali. Il primo lotto da 570 case è stato venduto in poche ore grazie alla forte domanda di residenti stranieri ed espatriati.

L’anno scorso la società Abu Dhabi National Hotels ha avviato la costruzione di un resort con mille camere su nove ettari di terreno, che dovrebbe essere completato nel 2025. Un’impresa con sede negli Stati Uniti, la Wow Properties, ha inaugurato il cantiere per 474 unità immobiliari servite dalla catena di alberghi Jw Marriott e di un hotel con 264 camere, per un costo totale di 4,8 miliardi di dirham. La britannica Aston Martin ha collaborato con la società immobiliare saudita Dar Global per progettare gli interni di un complesso residenziale sulla spiaggia del valore di 250 milioni di dollari. Sarà completato entro il 2028.

Lo slancio di tanti costruttori attivi allo stesso tempo “creerà sempre più sinergie”, ha dichiarato in un’intervista Bhupender Patel, l’amministratore delegato della Wow Resorts. “Il mercato sta per decollare in un modo che non si era mai visto in questa parte del mondo”. ◆ gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1571 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati