L’agenda europea sull’immigrazione, che stabilirà le politiche comuni sui flussi migratori per il periodo compreso tra il 2015 e il 2020, è stata messa a punto dal commissario Dimitri Avramopulos e sarà adottata dalla commissione europea mercoledì 13 maggio a Bruxelles. I punti chiave della bozza, che ha dato seguito al consiglio europeo straordinario del 23 aprile scorso, sono già circolati sui principali quotidiani internazionali. I pilastri della nuova strategia sono quattro: l’aiuto ai paesi di origine e transito dei migranti, il controllo delle frontiere a sud della Libia e nei paesi limitrofi, le missioni di sicurezza e difesa contro trafficanti e scafisti e, infine, il più controverso che è l’obbligatorietà della suddivisione dei profughi sulla base di un meccanismo di quote.
- I ventotto paesi membri dell’Unione europea saranno chiamati ad accogliere i migranti secondo un meccanismo di ripartizione basato su diversi criteri, dal prodotto interno lordo ai tassi di disoccupazione, fino al numero degli asili già concessi. Si getteranno così le basi di una revisione del trattato di Dublino che finora imponeva la permanenza dei richiedenti asilo nel paese del primo ingresso.
- Il ministero dell’interno britannico - all’indomani della vittoria dei conservatori di David Cameron alle elezioni politiche - ha definito inaccettabile questo aspetto, entrando così in collisione sia con l’Italia sia con la Germania di Angela Merkel. “Il Regno Unito rivendica con orgoglio la sua storia di accoglienza con i richiedenti asilo più bisognosi, ma non crediamo che un sistema obbligatorio di ripartizione sia la risposta. Per questo ci opporremo a qualsiasi proposta di quote non volontarie” ha annunciato un portavoce.
- Secondo Il Corriere della Sera, la cooperazione tra i 28 paesi membri sarà comunque condizionata a una clausola: l’invio in Italia di commissioni internazionali - composti da funzionari di Frontex, Europol ed Easo (l’ufficio europeo per i richiedenti asilo) - per il segnalamento fotografico degli stranieri e la creazione sul territorio italiano di centri di smistamento dove i migranti dovranno rimanere fino al completamento della procedura per l’accertamento dell’identificazione.
- Per quanto riguarda gli aiuti ai paesi terzi e per il controllo delle frontiere, si è quantificato a 60 milioni di euro il contributo all’allestimento del “sistema di accoglienza e di assistenza medica nei paesi membri particolarmente sotto pressione”.
- La bozza cita anche l’apertura in Niger, entro la fine dell’anno, di un centro gestito dall’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) e dalle Nazioni Unite per identificare i richiedenti asilo, informare i migranti sui rischi della traversata nel deserto e nel Mediterraneo e assistere i migranti a cui non viene riconosciuto asilo nel loro rientro nei rispettivi paesi di origine.
- Le missioni contro i trafficanti e gli scafisti nell’ambito della politica di sicurezza e di difesa dipendono invece dall’Onu e dai tempi che richiederà l’approvazione della risoluzione preparata dall’Italia e presentata del Regno Unito, quella che oggi l’alta rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini discuterà al consiglio di sicurezza.
- Dopo il varo dell’agenda europea sull’immigrazione da parte della commissione dovrà seguire l’approvazione del Consiglio europeo e successivamente quella del parlamento di Strasburgo.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it