Più di 35 milioni di spagnoli sono chiamati oggi alle urne per le elezioni regionali e amministrative, tra le più incerte della storia recente della Spagna. Si vota in 13 delle 17 comunità autonome in cui è diviso il paese per il rinnovo dei parlamenti locali, mentre nelle città si eleggono le giunte comunali. I due grandi partiti tradizionali, il Partito popolare del premier Mariano Rajoy e i socialisti del giovane leader Pedro Sanchez devono difendersi da due formazioni eredi del movimento degli indignados del 2011, Podemos e Ciudadanos.

I sondaggi danno molto incerto l’esito del voto a Madrid e Barcellona. Le liste appoggiate da Podemos sono date al testa a testa nella capitale con quella del Partido Popular di Rajoy, e a Barcellona con il sindaco uscente nazionalista catalano Xavier Trias. I primi risultati reali attendibili sono previsti verso le 22.30. Le comunità autonome in cui non si voterà sono l’Andalusia (dove le elezioni si sono svolte il 22 marzo), la Catalogna (che voterà il 27 settembre), i Paesi Baschi e la Galizia (che voteranno nel 2016).

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