Israele ha pubblicato un rapporto in cui sostiene che l’offensiva lanciata sulla Striscia di Gaza l’estate scorsa è stata legale e legittima. Si tratta di una mossa volta a invalidare le conclusioni contenute in un rapporto della commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite, la cui pubblicazione è prevista la prossima settimana, sui presunti crimini di guerra compiuti da Israele e da Hamas durante i cinquanta giorni dell’operazione Margine di protezione. La pubblicazione del rapporto dell’Onu era stata rinviata a marzo, dopo che una commissione d’inchiesta indipendente aveva evidenziato la necessità di prendere in considerazione ulteriori informazioni.
Secondo l’Onu, i bombardamenti e le incursioni via terra dell’esercito israeliano tra luglio e agosto del 2014 hanno causato la morte di 2.256 palestinesi, tra cui 1.563 civili. Il nuovo rapporto del governo israeliano, lungo 277 pagine e basato su dichiarazioni e indagini interne, contesta i dati dell’Onu, sostenendo che solo il 36 per cento delle vittime palestinesi era composto da non combattenti, mentre molti miliziani sono stati scambiati per civili. Inoltre il rapporto sostiene che Israele non ha mai preso di mira intenzionalmente obiettivi civili.
In un intervento davanti al governo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha nuovamente accusato i combattenti di Hamas di essersi nascosti dietro i civili nelle zone più popolose della Striscia. Un portavoce di Hamas ha definito il rapporto israeliano “senza valore” e ha riconfermato la volontà dell’organizzazione di chiedere un’inchiesta internazionale.
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