Il primo ministro palestinese Rami Hamdallah ha presentato le dimissioni del suo governo di unità nazionale. La decisione è stata presa a causa della frattura tra la Cisgiordania, amministrata dal Al Fatah, e la Striscia di Gaza, sotto il controllo di Hamas dal 2006, e della sfida rappresentata dalle discussioni segrete che Hamas starebbe conducendo con Israele. Il presidente palestinese Abu Mazen ha accettato le dimissioni e ha ordinato a Hamdallah di formare un nuovo governo. Hamdallah comincerà immediatamente le consultazioni con tutti i movimenti palestinesi, compreso Hamas, e probabilmente cercherà di formare un nuovo governo di unità nazionale.

Le dimissioni sanzionano l’incapacità di agire del governo formato nel giugno del 2014 per mettere fine ad anni di divisioni. Le due fazioni avevano concordato un piano di riconciliazione, che però è rimasto lettera morta.

Hamas ha fatto sapere di essere contraria alla decisione unilaterale di dissolvere il governo e ha detto che si opporrà ai cambiamenti imposti senza il consenso di tutte le parti. Secondo alcuni funzionari palestinesi, a spingere il governo alle dimissioni è stata la diffusione della notizia dei colloqui indiretti tra Israele e Hamas per promuovere un cessate il fuoco di lunga durata nella Striscia di Gaza. Hamas ha negato, ma il funzionario Bassem Naim, ai vertici dell’organizzazione, ha detto che Abu Mazen è stato “colto impreparato” dalla notizia.

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