La risoluzione approvata dall’Onu sulla Siria in sette punti
Ecco i punti principali della risoluzione adottata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu il 18 dicembre che chiede un cessate il fuoco in Siria e dà inizio ai negoziati di pace formali a partire da gennaio.
Porre fine alla violenza
Il Consiglio di sicurezza si è detto “estremamente preoccupato per la sofferenza che continua a sopportare il popolo siriano, per la situazione umanitaria già terribile che continua a peggiorare, per la violenza brutale che caratterizza il conflitto, per le conseguenze del terrorismo e dell’ideologia estremista che lo alimenta, per l’effetto destabilizzante del conflitto sulla regione, e il numero crescente di terroristi stranieri che vengono attirati dal conflitto in Siria , per i danni al patrimonio del paese, e per l’aumento del settarismo”.
Un governo di transizione entro sei mesi
Il Consiglio di sicurezza ritiene che “l’unico modo per una soluzione duratura della crisi siriana sia un processo politico guidato dagli stessi siriani, che risponda alle legittime aspirazioni del popolo siriano e che sia condotto nella piena attuazione delle disposizioni del comunicato di Ginevra del 30 giugno 2012, approvato nella risoluzione 2118 ( 2013)”. Il testo di Ginevra ha disegnato per la prima volta i contorni di una transizione politica in Siria, che non è mai stata attuata a causa delle differenze di posizione tra gli Stati Uniti e la Russia, in particolare sul futuro del presidente siriano Bashar al Assad. La risoluzione prevede in particolare “l’istituzione di un’autorità di transizione con pieni poteri esecutivi, formata sulla base di un comune accordo e in condizioni che assicurino la continuità delle istituzioni statali”.
Cessate il fuoco su tutto il territorio
Il Consiglio di sicurezza “ha espresso il suo sostegno per un cessate il fuoco che si estenda a tutto il territorio siriano, il Gruppo di sostegno internazionale per la Siria (un gruppo formato da 17 paesi e tre organizzazioni multilaterali, ndr) ha accettato di sostenere il progetto e si impegna a favorirne l’attuazione. Esso entrerà in vigore non appena i rappresentanti del governo siriano e dell’opposizione avranno fatto i primi passi verso una transizione politica sotto l’egida dell’Onu”.
I protagonisti delle trattative
Il Consiglio sosterrà tutte le iniziative diplomatiche del Gruppo di sostegno internazionale per la Siria (un gruppo formato da 17 paesi e tre organizzazioni multilaterali, ndr) che sarà il principale interlocutore delle Nazioni Unite per attuare una soluzione politica duratura in Siria. Il Consiglio ha riconosciuto l’importanza della riunione che si è tenuta a Riyadh dal 9 dicembre all’11 dicembre e ha riunito diversi gruppi dell’opposizione ad Assad.
I negoziati cominceranno a gennaio
Il Consiglio ha chiesto al segretario generale delle Nazioni Unite e al suo inviato per la Siria, Staffan de Mistura, “di riunire i rappresentanti del governo siriano e dell’opposizione e intraprendere con urgenza dei negoziati formali per un processo di transizione politica. I negoziati dovrebbero cominciare a inizio di gennaio del 2016”.
Le elezioni entro 18 mesi
Il Consiglio sostiene un processo di pace che preveda “un governo di transizione credibile e inclusivo entro entro sei mesi” che imposti i termini di una nuova costituzione e che “deve, entro 18 mesi, convocare della elezioni libere e giuste”. Tutti i siriani , tra cui quelli della diaspora, devono poter partecipare a queste elezioni.
Individuare i gruppi terroristici
Il Consiglio ha accolto con favore l’azione della Giordania all’interno del Gruppo di sostegno internazionale per la Siria che individuerà “una posizione comune del gruppo su persone e gruppi che potrebbero essere definiti terroristici”.