Tsai Ing-wen ha modi gentili, sembra più una docente universitaria che una politica, ed è quasi certa di diventare la prima donna presidente di Taiwan dopo le elezioni del 16 gennaio. Con la Cina che ha puntato centinaia di missili contro la sua isola, il suo si annuncia uno dei lavori più difficili e pericolosi di tutta l’Asia.
Se vincerà, guiderà un’isola che Pechino considera come un suo territorio inviolabile e dovrà bilanciare gli interessi di superpotenze come la Cina e gli Stati Uniti con quelli del suo paese libero e democratico.
L’onda della storia
Come leader del Partito progressista democratico (Dpp), d’opposizione e indipendentista, Tsai rischia di entrare in conflitto con Pechino qualora dovesse riaffermare il diritto alla sovranità di Taiwan, invertendo così otto anni di riavvicinamento alla Cina sotto la guida del presidente uscente e filocinese Ma Ying-jeou.
L’onda della storia rema contro Tsai. Ma Ying-jeou e i suoi predecessori, compresi la testa calda Lee Teng-hui e l’ex presidente del Dpp, Chen Shui-bian, che si trova in prigione, sono stati incapaci di concludere una duratura riconciliazione con la Cina, che considera Taiwan una provincia ribelle da riprendere con la forza, se necessario. Fino alla metà degli anni settanta ci sono stati scontri a fuoco tra i due paesi.
In ballo ci sono le relazioni con una Cina, guidata dal presidente Xi Jinping, in ascesa e sempre più determinata.
“Se non voterete per i nazionalisti, il futuro sarà davvero incerto”, ha dichiarato Ma in un ultimo tentativo di guadagnare voti per il suo Kuomintang, il Partito nazionalista, a Taipei, una città vibrante e piena di verde tappezzata di manifesti di Tsai, del suo rivale nazionalista Eric Chu e di altri candidati che si contendono 113 seggi parlamentari in tutta l’isola.
“La nostra politica è la ricerca di pace e stabilità. Possiamo garantire a tutti che non ci sarà una guerra nello stretto di Formosa”, ha dichiarato Ma.
Secondo i sondaggi potrebbe ottenere una vittoria senza precedenti nella corsa alla presidenza di Taiwan
L’ex avvocata Tsai, 59 anni, è già stata negoziatrice commerciale di Taiwan quando aveva circa trent’anni, poi come responsabile per le relazioni di Taiwan con la Cina quando ne aveva circa quaranta. Le persone della sua cerchia parlano di una donna prudente ed equilibrata, dotata di grande attenzione ai dettagli e di un pragmatismo lungimirante.
“Sono uscita da una Taiwan sottoposta alla legge marziale dei nazionalisti e mi sono immersa nella democrazia statunitense. Così è nata la mia idea di cosa è una nazione”, ha scritto Tsai nella sua autobiografia del 2011.
Si è recata in Cina per la prima volta alla fine degli anni novanta, come interprete del principale di Taiwan per gli affari tra le due sponde dello stretto quando il rappresentante dell’isola incontrò il presidente di allora, Jiang Zemin.
Sempre sorridente, nonostante a volte sia a malapena udibile quando parla, Tsai si è ripresa dalla sconfitta nelle elezioni del 2012 contro Ma.
Secondo i sondaggi potrebbe ottenere una vittoria senza precedenti nella corsa alla presidenza di Taiwan.
Una paziente negoziatrice
Sebbene i nazionalisti abbiano attaccato Tsai e il Dpp, considerandoli una grave minaccia per le posizioni indipendentiste del partito, alcuni ritengono che la donna potrebbe confondere i suoi oppositori.
Nelle sue biografie, due scritte da lei stessa e una semiautorizzata, Tsai emerge come una paziente negoziatrice, poco propensa a ottenere vantaggi rapidi o concedere troppo alla controparte.
Ciononostante, gli Stati Uniti non nascondono la preoccupazione per il peggioramento delle relazioni tra Cina e Taiwan, in un’epoca in cui la marina cinese mostra i muscoli nel mar Cinese meridionale e in quello orientale, allargando le proprie rivendicazioni territoriali.
Ben Rhodes, consigliere aggiunto alla sicurezza del presidente statunitense Barack Obama, ha invitato Cina e Taiwan a evitare d’intensificare le tensioni. Ma ha sottolineato che Washington non ha alcuna preferenza a proposito delle elezioni e desidera che le relazioni tra Cina e Taiwan siano pacifiche, indipendentemente dai risultati.
(Traduzione di Federico Ferrone)
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