A distanza di due mesi dalle elezioni presidenziali che hanno confermato il presidente Emmanuel Macron all’Eliseo per il secondo mandato, il ballottaggio delle legislative di domenica 19 giugno ha invece sancito la perdita della maggioranza assoluta in parlamento di Ensemble, la coalizione che sostiene Macron.

Con 577 seggi a disposizione, ne servono 289 per controllare l’assemblea senza fare accordi politici con altri partiti. Ensemble ha conquistato la maggioranza relativa di 246 seggi, prima ne aveva 341. Con 142 circoscrizioni conquistate, il secondo risultato è della Nupes, la Nuova unione popolare ecologista e sociale guidata da Jean-Luc Mélenchon. In proporzione è però il Rassemblement national di Marine Le Pen ad aver portato a casa la vittoria più significativa: il partito di estrema destra ha più che decuplicato i suoi rappresentanti, dagli otto della legislatura passata agli attuali 89. I repubblicani hanno conquistato 64 seggi, mentre i partiti di sinistra si sono fermati a 13 e quelli di estrema destra a 9.

Come al primo turno, l’astensione è stata alta: è andato a votare solo il 47,51 per cento degli aventi diritto al voto. Con questa composizione il parlamento non è governabile da un singolo schieramento e il presidente Macron dovrà trovare un accordo con altri partiti. Si tratta di una situazione inedita nel paese, riassumibile in un “cambio di rotta scioccante per il presidente francese”, ha scritto l’Economist.

Ecco le analisi della stampa francese.

La sconfitta di Macron
Su Le Monde, Mariama Darame scrive che l’assemblea nazionale “si tuffa nell’ignoto. L’emiciclo incarnerà la complessità di un panorama politico frammentato come mai prima dal 1958. Dei circa dieci gruppi potenziali, sette saranno gruppi di opposizione, tre dei quali potranno presentare una mozione di sfiducia”. Alexandre Lemarié dice che il campo di Macron teme una “paralisi totale” ed evoca la possibilità di “uno scioglimento” dell’assemblea entro un anno. Mentre nel suo editoriale, il direttore Jérôme Fenoglio spiega che è stato “il desiderio degli elettori di rinnovare i propri rappresentanti che ha impedito a Emmanuel Macron di ottenere la maggioranza assoluta. Questa nuova situazione impone al presidente un cambio di passo radicale nel governo del paese”.

“Macron e lo spettro di un quinquennio nato morto”, è l’analisi di Alexis Brézet, su Le Figaro. Per Ilyes Ramdani, che scrive la sua analisi su Mediapart, le elezioni legislative sono state uno schiaffo democratico al governo: “Sconfessato dalle urne, il capo dello stato si trova ad affrontare una crisi politica e istituzionale senza precedenti. Per Macron è un difficile rompicapo trovare una soluzione che permetta di governare il paese in questo secondo mandato, a meno che non si immagini una ricomposizione che è ancora lontana”. Secondo Ellen Salvi, sempre su Mediapart, la strategia di Macron di utilizzare l’estrema destra come utile idiota gli si è ritorta contro: “Giocando all’apprendista stregone della triangolazione, il presidente della repubblica ha permesso al Rassemblement national di entrare in forze in parlamento. Invece di lottare contro le idee razziste e xenofobe del partito di Marine Le Pen, ha strizzato loro l’occhio per puro cinismo”. Mentre Mathieu Dejean e Pauline Graulle sottolineano che “la sinistra torna a essere il primo partito di opposizione in parlamento. Sebbene non abbia raggiunto l’obiettivo della maggioranza, il Nupes ha comunque ottenuto un buon risultato, inviando quasi 150 deputati all’assemblea nazionale”.

Anche Libération sottolinea l’exploit dell’estrema destra. Nel suo editoriale, Nicolas Massol spiega che “con quasi 90 deputati, il partito di Le Pen potrà formare un gruppo parlamentare per la prima volta dalle elezioni del 1986”. Un aspetto sottolineato anche da Elea Pommiers su Le Monde, che parla di “un peso maggiore e senza precedenti nel funzionamento della politica di palazzo”. Secondo il quotidiano, il successo dell’Rn è imputabile alle “esagerazioni degli ‘insoumis’ che non hanno dato indicazioni di voto chiare in favore dei candidati macroniani arrivati al ballottaggio con i lepeniani”.

Nonostante il buon risultato, la Nupes non è riuscita ad arrivare in testa e al secondo turno si è allargata la forbice rispetto alla coalizione di Macron, dopo che, alla prima tornata, i due schieramenti erano in sostanziale pareggio. Su La Croix, Laurent de Boissieu si chiede se il risultato di Mélenchon sarà sufficiente a garantire alla sinistra il potere di bloccare le decisioni dell’esecutivo. Ma sicuramente “nelle file dell’opposizione la sinistra rappresenterà un contropotere più spinoso rispetto alla destra”.

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