Ogni gennaio i registi indipendenti cercano di attirare l’attenzione sui loro film nella pittoresca Park City, nello Utah, in occasione del Sundance film festival. Se sono fortunati, alcuni facoltosi studios cinematografici compreranno i diritti per distribuire i loro film.
Qualche anno fa Netflix e Amazon non contavano niente al Sundance. Quest’anno, invece, tutti ne parlano: le due aziende stanno spendendo molti più soldi per i film degli altri studios tradizionali, che in passato hanno dominato le trattative al Sundance.
Amazon, entrata nel mercato cinematografico l’anno scorso, ha offerto più di Fox e Universal per i diritti di distribuzione di Manchester by the sea, un film presentato in anteprima al Sundance e su cui alcuni hanno già pronosticato un premio.
Amazon ha pagato dieci milioni di dollari per il film: gli garantirà un’uscita nelle sale, in modo da farlo concorrere per i premi più importanti, e poi lo distribuirà in streaming su Amazon Video.
Amazon e Netflix sono distributori televisivi di tutto rispetto, ma ora vogliono trasformarsi in studios cinematografici
Nel frattempo Netflix ha offerto una somma incredibile, venti milioni di dollari, per Birth of a nation, il film sulla rivolta degli schiavi guidata da Nat Turner nel 1831 che ha avuto molto successo al festival. Ma alla fine gli autori hanno deciso di venderlo a Fox Searchlight per una somma inferiore (17,5 milioni di dollari), probabilmente perché è lo stesso studio che ha portato 12 anni schiavo a vincere l’Oscar come miglior film nel 2014.
Netflix alla fine non è riuscita a spuntarla, ma ha comunque portato il prezzo offerto per un film a livelli mai visti prima. L’offerta vincente della Fox, infatti, è stata l’accordo più costoso mai stretto per un film del Sundance.
È un grande cambiamento per la distribuzione cinematografica indipendente. Amazon e Netflix si sono trasformati in distributori televisivi di tutto rispetto, e ora vogliono usare la loro potenza economica per diventare degli importanti studios cinematografici.
Il fatto di pagare grosse somme per contenuti di qualità è la conseguenza di quest’evoluzione. Netflix quest’anno spenderà sei miliardi di dollari in contenuti. Una cifra che fa impallidire qualsiasi altro network televisivo (Hbo, per esempio, ha speso per i contenuti circa due miliardi di dollari nel 2015, una cifra che Netflix usa per i soli diritti sui contenuti per il territorio statunitense) e che la inserisce nella fascia di spesa occupata dagli studios più importanti.
Ultimamente, invece, gli studios tradizionali sono stati più selettivi nello scegliere i film, visto che le opere indipendenti e più piccole, che hanno avuto successo al Sundance, hanno poi fatto fatica a vendere biglietti. Molti registi sono felici di vendere i loro film a piattaforme online come Netflix e Amazon, capaci di mostrare il film in streaming a milioni di persone in tutto il mondo. Altri, invece, preferiscono che i loro film abbiano una distribuzione in sala più classica.
A prescindere da Birth of a nation, in futuro probabilmente ricorderemo il 2016 come l’anno in cui internet si è impadronita del Sundance.
Amazon e Netflix hanno un approccio alla distribuzione leggermente diverso. Amazon di solito tratta i suoi film come farebbe uno studio cinematografico tradizionale: prima li fa uscire in sala e poi porta avanti delle grosse campagne per fargli ottenere dei premi.
La strategia di Netflix, invece, si è attirata le ire delle sale cinematografiche e degli studios: fa uscire i suoi film contemporaneamente online e nelle sale, e questo è forse uno dei motivi per cui non si è assicurata Birth of a nation nonostante l’ottima offerta economica. Alcune persone inoltre attribuiscono a questa strategia il fatto che il film prodotto da Netflix Beasts of no nation, un enorme successo di critica, sia stato escluso dalle candidature all’Oscar di quest’anno.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è stato pubblicato su Quartz.
This article was originally published in Quartz. Adam to view the original. © 2015. All rights reserved. Distributed by Tribune Content Agency
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