Il 25 ottobre un uomo ha aperto il fuoco in una sala da bowling e in un bar-ristorante nello stato nordorientale del Maine, uccidendo almeno 18 persone e ferendone più di cinquanta. L’autore della strage sarebbe Robert Card, un riservista dell’esercito di 40 anni. Dal punto di vista della violenza causata dalle armi il 2023 sta confermando la tendenza cominciata nel 2020: quell’anno il numero di mass shootings – le sparatorie con almeno quattro vittime tra feriti e morti – quasi raddoppiò rispetto ai due anni precedenti, e da allora il dato è rimasto più o meno stabile.
Quando mancano ancora più di due mesi alla fine del 2023, il sito Gun violence archive conta 565 mass shootings, in linea con i dati del 2020 (610), del 2021 (688) e del 2022 (645). Ho parlato spesso delle crisi causate dalle armi, provando a spiegare perché gli Stati Uniti non sembrano riuscire a fare nessun tipo di progresso. Volendo sintetizzare all’estremo, si può dire che nel paese semplicemente ci sono troppe armi.
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Gli esperti che si occupano di questo tema pensano che alcune proposte avanzate negli ultimi anni – più controlli sui precedenti dei compratori, limiti sui fucili d’assalto e sui caricatori con molte munizioni, licenze obbligatorie per gli acquirenti – potrebbero aiutare a ridurre la violenza provocata dalle armi, ma nel paese ci sarebbero comunque più armi che abitanti: un adulto su tre possiede almeno un’arma e quasi un adulto su due vive in una casa in cui c’è un’arma.
Negli ultimi tre anni il numero di armi vendute negli Stati Uniti è salito, e inevitabilmente quando aumentano le armi in circolazione crescono le sparatorie e i morti.
Un dato che ultimamente preoccupa molto gli esperti riguarda le scuole. Secondo un’inchiesta del Washington Post basata su notizie raccolte dai mezzi d’informazione in tutto il paese, sta crescendo il numero di armi che vengono portate negli istituti dai ragazzi. Nell’anno scolastico 2022-2023 almeno 1.150 pistole sono state sequestrate nelle scuole primarie e secondarie, in media più di sei armi al giorno. “A livello nazionale un bambino su 47 in età scolare – 1,1 milioni di studenti – ha frequentato una scuola in cui è stata trovata almeno una pistola”.
In realtà il numero reale è quasi certamente molto più alto. “Un sondaggio condotto su 51 dei più grandi distretti scolastici del paese ha rivelato che nel 58 per cento dei casi il sequestro delle armi non è stato riportato dai mezzi d’informazione”. Le pistole sono state scoperte praticamente ovunque: negli zaini, negli armadietti, nei bidoni dell’immondizia, nei bagni, nelle auto, nelle tasche, nelle borse, dietro le cinture e nascoste sopra i pannelli del soffitto dei bagni.
I distretti contattati dal Washington Post hanno dichiarato che il numero di armi recuperate negli istituti è aumentato notevolmente negli ultimi anni, rispecchiando la crescente diffusione di armi da fuoco in molti altri luoghi pubblici. In alcuni stati le armi nei luoghi pubblici aumentano per una precisa scelta delle autorità. L’Economist ha raccontato il caso di una contea dello Utah, che ha risposto all’aumento di sparatorie nelle scuole creando corsi in cui si addestrano gli insegnanti su come portare un’arma in sicurezza negli istituti (cioè fare in modo che non possa finire nelle mani degli alunni) e su come usarla in caso d’emergenza.
Questo testo è tratto dalla newsletter Americana.
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