Il 2024 non è stato un anno di grandi soddisfazioni per chi segue l’attualità africana. La guerra in Sudan ha continuato a infuriare, senza nessun tentativo evidente di mettervi fine e creando le condizioni per una drammatica carestia. La crisi del debito continua ad attanagliare molti paesi (quasi venti), ostacolando la loro crescita economica. Il carovita ha fatto scoppiare un gran numero di proteste. I paesi del Sahel guidati da giunte golpiste hanno continuato sulla loro strada, senza aperture democratiche. I cambiamenti climatici hanno continuato a sconvolgere il continente, con siccità epocali e alluvioni devastanti. Le ultime notizie da Mayotte, un dipartimento francese nell’oceano Indiano, parlano di baraccopoli completamente distrutte e forse di centinaia di morti causati dal ciclone Chido, reso più violento dal riscaldamento delle acque superficiali degli oceani. Senza contare le vittime e i danni causati dal ciclone in Mozambico, Malawi e Zimbabwe.
Quindi non c’è molto di cui rallegrarsi, ma anche quest’anno ho provato a trovare delle notizie che fanno sperare per il futuro.
1) La lotta contro la malaria prosegue con le campagne di vaccinazione dei bambini
Nel 2024 due paesi africani, Capo Verde ed Egitto, hanno debellato la malaria. Altri diciannove, tra cui Camerun, Burkina Faso e Repubblica Centrafricana, hanno lanciato delle campagne di vaccinazione dei bambini contro la malattia. L’Africa è il continente più colpito dalla malaria: nel 2022 ha registrato circa il 94 per cento dei casi a livello globale e il 95 per cento dei decessi correlati, di cui quasi l’80 per cento riguardava bambini di età inferiore ai 5 anni. Nel marzo 2024 i ministri della sanità di undici paesi africani si sono impegnati a porre fine alla malaria firmando la dichiarazione di Yaoundé. La loro promessa è che “nessuno deve più morire di malaria”.
2) In vari paesi africani le elezioni e i relativi passaggi di potere si sono svolti pacificamente
Dal Senegal, con la sorprendente elezione a presidente del giovane Bassirou Diomaye Faye, al Ghana, dov’è tornato al potere John Mahama, passando per il Botswana, dove ha perso il partito al potere dal 1966, il Somaliland e Mauritius, elettori e politici hanno dimostrato maturità democratica. Secondo l’analista Nic Cheeseman questa tendenza potrebbe continuare nel 2025 con le presidenziali in Malawi, previste per settembre.
3) La decolonizzazione continua
Mauritius e Regno Unito hanno raggiunto un accordo sulla sovranità sull’arcipelago delle Chagos, nell’oceano Indiano. Londra ha accettato di restituire le isole al governo mauriziano, com’era stato richiesto anche dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aja, ma ha mantenuto sull’isola di Diego Garcia una base militare condivisa con gli Stati Uniti. L’accordo, il frutto di più di una decina di tornate negoziali, segna la fine dell’ultima colonia britannica in Africa, anche se il governo di Mauritius, entrato in carica dopo l’annuncio dell’intesa, ha già chiesto dei cambiamenti a Londra.
4) Il Sudafrica in prima linea per fermare il genocidio a Gaza
A gennaio il Sudafrica ha portato davanti alla Corte internazionale di giustizia (Cig) il suo caso contro Israele, che aveva denunciato accusandolo di aver mancato al suo dovere di applicare la convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio nella guerra a Gaza. La denuncia non è servita a fermare le operazioni israeliane ma ha portato all’attenzione del mondo i crimini commessi contro i palestinesi.
5) La generazione Z si sveglia
Alla fine di giugno in Kenya, per contestare una legge di bilancio considerata iniqua, migliaia di giovani della generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012) sono scesi in piazza pacificamente per giorni, sfidando la repressione governativa, finché non hanno ottenuto il ritiro del provvedimento. Il loro esempio ha ispirato anche i loro coetanei ugandesi e nigeriani a manifestare contro i loro governi.
6) Medaglie olimpiche
Alle Olimpiadi di Parigi gli atleti e le atlete africane si sono distinti. Tra le tante medaglie conquistate, vorrei ricordare l’emozionante oro dell’atleta del Botswana Letsile Tebogo, che ha vinto la finale dei duecento metri (e per questo è stato poi accolto con tutti gli onori nel suo paese) e la meritata medaglia d’oro nei pesi welter della pugile algerina Imane Khelif, che non si è lasciata distrarre dal polverone di bugie e polemiche sulla sua identità di genere. Vale la pena citare anche la prima medaglia vinta dalla squadra olimpica dei rifugiati, con il bronzo conquistato da Cindy Ngamba, camerunese che ha ottenuto l’asilo politico nel Regno Unito. Fa molto ben sperare anche la partecipazione della squadra di basket del Sud Sudan, le Bright stars, che in pochi anni ha ottenuto risultati – è il caso di dirlo – stellari.
7) Il Sudafrica non è più al buio
Lo scrive Simon Allison sull’ultimo numero di The Continent: “A oggi il paese ha avuto più di 260 giorni ininterrotti di forniture elettriche regolari. Per almeno sette mesi non sono previsti blackout programmati. Dopo dieci anni di interruzioni di corrente quasi quotidiane, è un bella spinta per la più grande economia africana”.
8) Largo agli artisti e creativi africani
La curatrice camerunese Koyo Kouoh è stata incaricata della direzione artistica della Biennale di Venezia nel 2026. Dopo la ghaneana-scozzese Lesley Lokko, che ha curato l’ultima Biennale di architettura, arriva un altro riconoscimento per il lavoro svolto dai creativi e dagli artisti del continente. Kouoh si è fatta conoscere nel resto del mondo per il lavoro svolto al museo d’arte contemporanea Zeitz Mocaa di Città del Capo, probabilmente il più importante del continente.
9) Il settore turistico tira
Il Marocco e l’Egitto si sono contesi il titolo di paese che ha attirato più turisti nel 2024, e secondo Rfi il Marocco ha compiuto il sorpasso con più di 16 milioni di visitatori tra gennaio e novembre, con un aumento del 20 per cento rispetto all’anno scorso, complice la relativa stabilità del regno rispetto ad altre aree del mondo. Per l’anno prossimo le autorità marocchine sperano di richiamare 17,5 milioni di turisti, contando anche su grandi eventi come la Coppa d’Africa, prevista per la fine di dicembre del 2025. L’Egitto intanto ha annunciato l’apertura parziale del suo Grande museo egizio del Cairo, un megaprogetto in cantiere da anni, che è pronto ad accogliere quattromila visitatori al giorno.
10) Grandi progetti infrastrutturali
Nel 2024 si è parlato molto di ferrovie, prima su tutte il corridoio di Lobito, e di altri grandi investimenti in Africa. Non tutti sono pensati per portare benessere agli abitanti del continente, ma ci sono alcuni progetti in cantiere che potrebbero rivoluzionare la vita di milioni di persone. Cinque governi dell’Africa occidentale (Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin e Nigeria) si sono impegnati a investire nuovi fondi nel progetto per la costruzione di un’autostrada a sei corsie che collegherà Abidjan a Lagos, cambiando completamente i trasporti in questa regione, la stessa dove il giornalista statunitense Howard French ha previsto la nascita di una megalopoli africana. Intanto a Lagos, in Nigeria, è entrata in funzione la Blue line, il primo treno urbano della metropoli, che ha avuto un successo innegabile, secondo Le Monde.
Questo testo è tratto dalla newsletter Africana
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