Cibo open source
Siamo di fronte a quello che potrebbe essere il più grande dilemma che l’umanità abbia mai affrontato: come nutrire il mondo senza divorare il pianeta?
L’agricoltura è la principale causa di distruzione degli habitat naturali. E se non cambia qualcosa, la situazione rischia di peggiorare. In teoria nel mondo potrebbe esserci da mangiare in abbondanza. Ma anche solo mantenere gli attuali livelli di produzione potrebbe rivelarsi impossibile. Gli ambientalisti si scagliano contro l’espansione urbana, ovvero l’uso spregiudicato dei terreni per le abitazioni e le infrastrutture. Ma l’espansione agricola, cioè l’uso di grandi quantità di terra per produrre piccole quantità di cibo, ha trasformato aree gigantesche: il 28 per cento dei terreni nel mondo è usato per l’agricoltura estensiva. Cosa possiamo fare?
Una parte della risposta consiste nel sottrarre all’agricoltura quanta più produzione alimentare possibile. Per fortuna la tecnologia necessaria è arrivata proprio quando ne avevamo bisogno. La fermentazione di precisione, che produce proteine e grassi in specifici impianti a partire dai batteri del terreno, alimentati con acqua, idrogeno, anidride carbonica e minerali, ha il potenziale per sostituire tutti gli allevamenti di bestiame, tutte le colture di soia e gran parte della produzione d’olio vegetale, riducendo in modo consistente l’uso del suolo e altri effetti sull’ambiente. Ma questa fortuna potrebbe cadere facilmente preda delle grandi aziende che oggi monopolizzano il commercio mondiale di cereali e carne. Idealmente queste colture senza fattoria dovrebbero essere open source.
La produzione microbica spaventa alcune delle persone che chiedono sovranità e giustizia alimentare. Ma potrebbe fornire entrambe le cose in modo più efficace di quanto non faccia l’agricoltura tradizionale. Queste tecnologie ci offrono, per la prima volta dal neolitico, l’opportunità di trasformare non solo il nostro sistema alimentare, ma anche il nostro rapporto con il mondo. Il futuro è sottoterra.
(Traduzione di Federico Ferrone)
George Monbiot interverrà al festival di Internazionale a Ferrara il 1 ottobre con il ricercatore francese Sébastien Abis e il giornalista Stefano Liberti.