Dopo più di due settimane di processo, il 23 settembre la corte d’assise di Parigi, in Francia, ha condannato il rapper francese MHD, il cui vero nome è Mohamed Sylla, a dodici anni di carcere per l’omicidio di un ragazzo nell’ambito di un regolamento di conti tra bande rivali. I fatti risalgono alla notte tra il 5 e il 6 gennaio 2018. Il ragazzo, che si chiamava Loïc K. e aveva 23 anni, era stato investito con un’auto nel 10° arrondissement della capitale francese e poi aggredito e accoltellato da un gruppo di persone. L’auto era stata ritrovata il giorno dopo, bruciata, in un parcheggio.

MHD si dichiara innocente, ma il suo dna è stato rilevato su un coltello trovato nei pressi della scena del crimine e diversi testimoni sostengono di averlo riconosciuto quella sera. Cinque altri imputati sono stati condannati a pene che vanno dai dieci ai diciotto anni di reclusione. Gli avvocati del cantante non hanno voluto rilasciare dichiarazioni dopo il verdetto. I condannati hanno dieci giorni per ricorrere in appello.

Il rapper, nato da genitori originari della Guinea e del Senegal, è stato il pioniere dell’afro-trap, un genere che mescola hip-hop e tradizioni africane. È diventato famoso a partire dal 2015 con brani come Afro trap part 3 (Champions League) e Afro trap part 10 (Moula gang). Il ventinovenne era stato accusato di omicidio nel gennaio 2019 e incarcerato. Era stato rilasciato dopo un anno e mezzo mentre le indagini proseguivano. Intanto aveva pubblicato un nuovo album, Mansa. Aveva avuto un discreto successo anche all’estero, conquistando l’ammirazione di star globali come Drake e Madonna.

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