Taylor Swift si è presa la scena all’edizione 2024 dei Grammy awards, i più importanti premi dell’industria discografica statunitense. La cantante di West Reading si è aggiudicata il premio più importante, quello per il miglior disco dell’anno, con Midnights, il decimo lavoro della sua carriera. E ha vinto anche quello per il miglior album pop vocale. Con un’abile mossa comunicativa, durante uno dei discorsi di ringraziamento Swift ha annunciato l’uscita di un altro album: The tortured poets department, in arrivo il 19 aprile.

Con la vittoria di quest’anno, la cantante è arrivata a un totale di quattordici Grammy. Ed è la quarta volta che si porta a casa il premio più importante (aveva trionfato nel 2021 con Folklore, nel 2016 con 1989 e nel 2010 con Fearless). È un record: solo tre mostri sacri come Frank Sinatra, Paul Simon e Stevie Wonder finora avevano vinto tre Grammy per il miglior disco. Il tutto, va sottolineato, con un album che era probabilmente il meno interessante della cinquina finalista: Sos di Sza, Did you know that there’s a tunnel under Ocean Blvd di Lana Del Rey, The record delle boygenius e The age of pleasure di Janelle Monáe sarebbero stati per motivi diversi delle scelte più convincenti.

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L’edizione di quest’anno dei Grammy awards è stata dominata dalle donne, in particolare nelle categorie principali. In quella per la migliore canzone ha trionfato Billie Eilish con What was i made for?, delicata e malinconica ballata al pianoforte scritta per la colonna sonora di Barbie di Greta Gerwig, che ha battuto un altro brano del film, Dance the night di Dua Lipa. Anche in questo caso, forse, la giuria poteva scegliere meglio. What was i made for? è un buon pezzo, ma forse inferiore ad altri singoli pubblicati finora da Eilish. Sza con Kill Bill, Lana Del Rey con A&W e Miley Cyrus con Flowers avrebbero meritato la statuetta più di lei, anche se Cyrus si è più che consolata con l’importante premio per la registrazione dell’anno (record of the year). Il riconoscimento per il miglior disco rock è andato invece ai Paramore (This is why).

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Uno dei fatti notevoli della cerimonia di premiazione del 4 febbraio – che si è tenuta alla Crypto.com Arena di Los Angeles ed è stata presentata da Trevor Noah, mentre la California era messa in ginocchio dal maltempo – è stato l’affermazione delle boygenius, il gruppo formato dalle tre cantautrici Julien Baker, Phoebe Bridgers e Lucy Dacus. Le boygenius hanno conquistato la statuetta per il miglior disco rock (The record), per la miglior canzone alternative (Not strong enough, un brano che ci ricorda ancora una volta quanto sia grande l’influenza dei Cure su tanta musica che ascoltiamo tutti i giorni).

Phoebe Bridgers si è aggiudicata anche il premio per la miglior performance di un duo pop insieme a Sza per il brano Ghost in the machine. A proposito di Sza, la cantante rnb è la grande sconfitta dei Grammy: era quella con più nomination (nove), ma torna a casa solo con tre statuette, tutte nelle categorie minori, come il miglior brano rnb (Snooze). Un’altra freccia nell’arco di chi sostiene che la giuria dei Grammy faccia fatica a premiare artisti neri per il miglior disco dell’anno.

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Nella sezione hip hop invece ha trionfato Killer Mike, del duo Run The Jewels, che si è imposto con il miglior album (Michael), performance e canzone rap (Scientists & engineers). Una scelta abbastanza obbligata, visto che tra gli artisti candidati era quello con il disco migliore. Dopo la premiazione, Killer Mike è stato arrestato dalla polizia di Los Angeles in seguito a una non meglio specificata “lite”. Il rapper, il cui vero nome è Micheal Render, è stato rilasciato dopo poche ore e dovrà comparire in tribunale il 29 febbraio.

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Nel 2024 per la prima volta nei loro 65 anni di storia i Grammy hanno introdotto una categoria dedicata alla musica africana, Best african music performance, con un tentativo un po’ grossolano di riconoscere la crescente popolarità della musica del continente negli Stati Uniti, in particolare l’afrobeats nigeriano, un po’ come è già successo con la musica latina e il reggae. Quest’anno ha vinto la sudafricana Tyla con il pezzo Water.

Joni Mitchell si è esibita per la prima volta ai Grammy, cantando il suo brano del 1969 Both sides now, tratto dall’album Clouds (anche se era già stata pubblicata in altre versioni negli anni precedenti). Mitchell, accompagnata da una band al completo, ha cantato seduta su una sedia regale bianca e dorata. È stato uno dei momenti più emozionanti della serata. Mitchell ha anche vinto un premio per il miglior disco folk con Joni Mitchell at Newport (live).

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Victoria Monét è stata indicata dai giurati come la miglior artista esordiente, mentre nella categoria per il miglior disco dance ha vinto Fred Again con Actual life 3 (January 1 – September 9, 2022). Una scelta interessante e non scontata, come quella di premiare Kylie Minogue nella sezione migliore registrazione dance con il bel tormentone Padam padam. Jack Antonoff, che ha lavorato a Midgnights di Taylor Swift, ma anche al disco di Lana Del Rey e a molti altri, è stato incoronato produttore dell’anno. Era scontatissimo.

E la statuetta per il miglior video? È andata a un gruppo di Liverpool, che ha battuto artisti come Billie Eilish e Kendrick Lamar con I’m only sleeping. Un gruppo che nel frattempo si è sciolto, ma che continua a far parlare di sé. Si chiamavano Beatles.

Lelenco completo dei vincitori dei Grammy awards.

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