Questo articolo è stato pubblicato l’8 gennaio 2016 nel numero 1135 di Internazionale.
In una sola mattina di fine agosto del 2015, alla fiera internazionale del libro di Pechino, sono state vendute 1.570 copie di The three-body problem (Il problema dei tre corpi), dello scrittore Liu Cixin. Gli organizzatori hanno dovuto limitare il numero di copie che ogni persona poteva acquistare. Nell’arco di due ore l’autore ha rilasciato un migliaio di autografi. Capelli a spazzola, viso tondo e occhiali con la montatura nera, Liu Cixin indossava su una camicia di jeans la spilletta del premio Hugo per la fantascienza, che gli era stato assegnato qualche giorno prima. Poco dopo l’annuncio, la trilogia ha raggiunto il vertice della classifica delle vendite su Amazon in Cina, dove prima di The three-body problem, la fantascienza non aveva mai avuto particolare successo. “Dai tempi caotici della guerra con il Giappone, al periodo della rivoluzione culturale, la strada della fantascienza in Cina è stata accidentata”, racconta lo scrittore Wang Jinkang, 67 anni. Solo dopo molti anni Liu Cixin è riuscito a sfondare, al punto che dal suo lavoro sarà tratto un film (uscirà a luglio).
All’inizio degli anni ottanta, Liu Cixin era già appassionato di fantascienza. Nell’inverno del 1981 la lettura di 2001: Odissea nello spazio di Arthur Clarke lo aveva letteralmente rapito. Negli anni ottanta Liu ha potuto leggere diverse storie di fantascienza pubblicate nei giornali che gli capitavano sotto mano. Riusciva a trovarle anche in alcune riviste letterarie molto diffuse. La fantascienza era arrivata in Cina alla fine della dinastia Qing (ai primi del novecento) per far crescere l’interesse per la scienza e trasformare il paese. La funzione divulgativa era diventata la sua caratteristica dominante. I primi autori occidentali furono pubblicati già in quel periodo ma la loro fortuna è stata altalenante tra le varie guerre e la rivoluzione culturale. Dopo le riforme, in un clima culturale più aperto, cominciò il periodo di massimo splendore per la narrativa di fantascienza. Sebbene lo scrittore Ye Yonglie avesse terminato Il viaggio nel futuro di un ragazzo intelligente nel 1961, il libro fu dato alle stampe solo nel 1978 grazie a una casa editrice di libri per ragazzi. Ne furono stampate tre milioni di copie.
Gli appassionati avevano finalmente l’opportunità di leggere i loro romanzi preferiti, ma il paese era ancora molto povero. Liu Cixin non poteva permettersi tutte le riviste che avrebbe voluto e la biblioteca della scuola era piccola e non aveva testi di fantascienza. Ai tempi dell’università le riviste passavano di mano in mano. Più leggeva, più Liu aveva voglia di scrivere. Provò a buttare giù qualcosa.
Il tema centrale dei suoi primi racconti ruotava intorno all’invasione degli extraterrestri, ma si cimentò anche con questioni ambientali e militari. Erano anni di grande fervore, poi l’entusiasmo si spense di colpo. Dopo il 1984, la Cina cominciò a interrogarsi sulla natura della fantascienza: doveva essere considerata letteratura? Oppure era una futile fantasia, una specie di inquinamento spirituale? Alcuni pensavano che fosse solo folclore e che bisognasse diffondere solo la conoscenza scientifica. Quell’aspetto di “scienza immaginaria” era ritenuta nociva per lo spirito.
In quel periodo un giornale pubblicò in prima pagina un editoriale molto critico sull’argomento. Nel giro di pochissimo tempo tutti i romanzi di fantascienza furono fatti sparire. “Scomparsi in una notte”, ricorda Liu. La fantascienza era stata spazzata via d’un colpo. “Non c’era più nessuno disposto a pubblicare. A cosa serviva continuare a scrivere?”. Era affranto: “La fantascienza di nuova generazione non può ricordare il passato, perché in realtà noi non abbiamo un passato”. Ma nel 1989 Liu fece un sogno. Sognò un campo innevato che si estendeva a perdita d’occhio. “Nel cielo c’era una figura sferica, non so se il sole o una stella. Emanava una luce blu accecante. Sulla neve avanzava un esercito di bambini. Cantavano una canzone di cui non so il nome. Procedevano con ordine”. Si svegliò con il cuore in gola. Il giorno dopo cominciò a scrivere il romanzo L’era della supernova. Dopo una catastrofe, i bambini sono gli unici sopravvissuti sulla Terra e si ritrovano a combattere una sanguinosa battaglia nell’Antartico.
Siccome c’era ancora diffidenza per questo tipo di narrativa, non poté scrivere un romanzo di fantascienza pura. Doveva “portare avanti il lavoro di nascosto come un ladro”. L’opera fu sottoposta a cinque revisioni e data alle stampe solo dodici anni più tardi. Il primo romanzo della trilogia The three-body problem è uscito nel 2008 in un clima culturale molto diverso.
Il libro è stato bene accolto sia dalla comunità scientifica sia dal grande pubblico. Il professore di fisica teorica Li Miao gli ha dedicato un saggio intitolato La fisica di The three-body problem, mentre l’accademia cinese per la tecnologia spaziale ha invitato Liu Cixin a tenere delle lezioni. Rispetto alla letteratura tradizionale, che aveva a lungo ignorato la narrativa di fantascienza, il romanzo era, per usare le parole di Liu, “come un folle che irrompe improvvisamente in una stanza”.
Dopo il 2000, oltre a Liu Cixin, molti altri scrittori della nuova generazione si sono occupati dei lati oscuri dell’universo e della fine del mondo, mettendo in discussione i progressi della scienza. La fantascienza del secolo scorso, invece, era impregnata di ottimismo scientifico. “Era un’epoca in cui i funzionari affrontavano lo sviluppo scientifico in maniera limpida. È ovvio che la fantascienza sia stata molto influenzata da quel clima culturale”, spiega Liu Cixin. “Inoltre, le conseguenze negative del progresso tecnologico non erano evidenti come oggi. Per esempio, le questioni ambientali non sembravano tanto urgenti.”
In un articolo scritto prima della pubblicazione dell’Era della supernova, Liu Cixin, nato negli anni sessanta, si definisce un estimatore della fantascienza di prima generazione. Ma oggi che i fan degli scrittori degli anni ottanta sono cresciuti, e cominciano a scrivere a loro volta, è diventato necessario trovare una nuova definizione. Così è nato il termine “nuovissima generazione”, che comprende tutti quegli scrittori che si sono formati proprio leggendo The three-body problem.
Nel dicembre del 2010, Li Jun, laureato in filosofia all’università di Pechino, ha pubblicato per 17 giorni di fila una fanfiction ispirata a The three-body problem con lo pseudonimo Bao Shu. Liu Cixin ha ammesso: “Tutto quello che avrei voluto scrivere io lo ha scritto lui. Bao Shu è veramente un talento”. Secondo Liu Cixin, gli scrittori della nuovissima generazione, cresciuti nell’era di internet, hanno un curriculum di studi migliore e conoscenze più vaste. I loro racconti sembrano confezionati per essere commercializzati. E il volume delle vendite è decisamente aumentato. A partire da Liu Cixin, la fantascienza cinese ha cambiato mezzo di espressione passando dalla rivista per appassionati al best seller. Se Liu Cixin e gli scrittori suoi coetanei guardano al futuro con la prospettiva del presente, i giovani invece sono proiettati in avanti, senza filtri e senza timori.
(Traduzione di Alessandra Colarizi)
Questo articolo è stato pubblicato l’8 gennaio 2016 nel numero 1135 di Internazionale.
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