Un drone Global Hawk a Farnborough, nel Regno Unito, nel 2010 (Ben Stansall, Afp).

L’ultima copertina del settimanale tedesco Der Spiegel è dedicata allo scandalo dei droni che sta creando parecchi problemi al governo, soprattutto a Thomas de Maiziére, ministro della difesa e collaboratore fidato di Angela Merkel.

Sulla copertina si vede di De Maiziére che tiene al guinzaglio un Euro Hawk, l’aereo senza pilota al centro dello scandalo. Sopra, tra virgolette, un passaggio di un rapporto interno al ministero della difesa, datato 8 febbraio 2012: “Oggetto: Euro Hawk. L’ulteriore sviluppo del programma comporterebbe rischi tecnici, finanziari e di tempo incalcolabili”.

Per lo Spiegel questo documento è la prova che compromette definitivamente la posizione di De Maiziére. Per capire perché bisogna fare un passo indietro.

Un progetto sbagliato

Il programma Euro Hawk è uno dei più importanti contratti militari stipulati dal governo tedesco con gli Stati Uniti negli ultimi anni. È partito nel 2001, quando al governo a Berlino c’era la coalizione formata dai socialdemocratici della Spd e dai Verdi. Prodotto dalla Northrop Grumman, l’Euro Hawk è in pratica la versione europea del Global Hawk, uno dei droni usato dagli Stati Uniti nelle missioni di ricognizione e spionaggio in vari paesi, soprattutto in Afghanistan. Tra quelli in circolazione, è il drone più grande (14 metri di lunghezza per 35 di apertura alare) e più costoso (circa 130 milioni di dollari a pezzo). Il contratto è stato firmato dalla Germania nel 2007, quando al governo c’era la grande coalizione formata da Spd, dai cristiano democratici della Cdu (il partito della cancelliera Angela Merkel) e dalla Csu, i cristiano democratici della Baviera.

A quel tempo, però, erano giù emersi i primi dubbi riguardo al programma. Tre anni prima, nel 2004, la European aeronautic defence and space company (Eads), una compagnia di sistemi aerospaziali e di difesa che aveva sviluppato i sistemi di sorveglianza del drone Euro Hawk, aveva scritto in un rapporto redatto per il governo tedesco: “L’ottenimento dell’autorizzazione e delle certificazioni per il volo comporterebbero un aumento dei tempi e dei costi”. La raccomandazione, però, è stata ignorata dal governo tedesco, che quattro anni dopo – luglio 2011 – si è ritrovato in mano il primo prototipo di Euro Hawk.

Il drone che non può volare

L’autorizzazione di cui parla il rapporto della Eads rappresenta il punto centrale della questione. Il problema dei droni Euro Hawk è che questi aerei senza pilota non hanno – ed è molto difficile che ce l’abbiano in futuro – i permessi necessari per volare sui cieli tedeschi. “Il motivo”, spiega lo Spiegel, “è che i droni non sono dotati del sistema anticollisione (in inglese Collision avoidance system), una tecnologia che permette al mezzo di rivelare la presenza di altri aerei di proporre manovre alternative ai piloti”. Il settimanale tedesco spiega che negli Stati Uniti l’assenza di questo sistema sui droni non è un problema, perché visti gli ampi spazi aerei liberi a disposizione, i voli di prova possono essere portati a termine in spazi aerei chiusi in aree remote. In Germania invece, il problema diventa insormontabile, vista la densità di popolazione molto più alta.

Torniamo al rapporto del ministero della difesa citato dallo Spiegel nella sua copertina: il documento spiega che dotare i droni di un sistema anticollisione sarebbe costato tra i 250 milioni e i 600 milioni di dollari. A un certo punto, cioè, il governo tedesco si è accorto di aver comprato aerei che non poteva usare, a meno di spendere una somma sproporzionata rispetto ai vantaggi tutto sommato limitati che questi aerei avrebbero garantito. Così, il 14 maggio del 2013, il ministro della difesa Thomas de Maiziére ha annunciato la cancellazione del programma Euro Hawk.

La frittata, però, era già fatta. È vero che il programma è stato avviato molto prima che De Maiziére entrasse nella squadra di governo di Angela Merkel, nel 2011, ma adesso tutti si chiedono perché il ministro della difesa abbia aspettato così tanto prima di mettere fine a un inutile spreco di soldi pubblici, nonostante sapesse da tempo (almeno da febbraio del 2012) dei problemi del progetto Euro Hawk. Secondo lo Spiegel, il ministro avrebbe confessato ad alcuni colleghi che sperava di ottenere un permesso speciale per far volare i droni anche senza sistema anticollisione. E avrebbe deciso di cancellare il programma dopo aver capito che la fiducia era mal riposta.

I timori della Nato

Tra pochi giorni De Maiziére presenterà in parlamento un rapporto dettagliato sul programma dei droni e sulla sua cancellazione. È difficile che questa mossa possa contribuire ad allentare la pressione politica su di lui, e probabilmente alla fine sarà costretto a dimettersi. L’opposizione sta cavalcando lo scandalo in vista delle elezioni legislative del 2013, mentre Angela Merkel non si è schierata chiaramente dalla parte del suo ministro della difesa.

Lo scandalo droni potrebbe non avere effetti solo in Germania. La cancellazione del programma Euro Hawk potrebbe avere implicazioni negative anche per la Nato e per uno dei suoi programmi più importanti, l’Alliance ground surveillance (Ags). Si tratta di un progetto di sorveglianza dei cieli europei con i droni a cui partecipano 14 paesi, tra cui l’Italia, che fornirà le stazioni di controllo degli aerei a Sigonella, in Sicilia. Il sistema dovrebbe costare complessivamente 1,3 miliardi di euro e diventare operativo tra il 2015 e il 2017. La Germania è stata fin dall’inizio uno dei principali promotori del progetto, con un contributo di 483 milioni di euro, e a quanto pare Berlino aveva intenzione di comprare un Global Hawk. I tedeschi faranno un passo indietro anche in questo caso? Alcuni governi, quello americano in testa, potrebbero non prenderla bene.

Alessio Marchionna lavora a Internazionale dal 2009. Editor delle pagine delle inchieste, dei ritratti e dell’oroscopo. È su twitter: @alessiomarchio

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