A meno di una settimana dalla rappresaglia iraniana contro Israele, lo stato ebraico sembra aver risposto a sua volta, nella notte tra il 18 e il 19 aprile. Cosa possiamo imparare da questo attacco israeliano? È probabile che provochi una nuova risposta iraniana? L’Orient-Le Jour fa il punto con i primi elementi.
I fatti:
- Secondo dei funzionari statunitensi citati da Cbs News, il 18 aprile Israele ha compiuto degli attacchi contro l’Iran. Questa informazione è stata confermata al New York Times da due funzionari israeliani. Anche tre funzionari iraniani hanno dichiarato allo stesso giornale statunitense che un attacco ha colpito una base aerea militare vicino a Isfahan (nell’Iran centrale).
- L’Iran ha attivato la sua difesa aerea all’alba del 19 aprile in diverse province dopo le segnalazioni di esplosioni nel centro del paese, ha detto l’agenzia ufficiale Irna. Teheran ha riferito di tre esplosioni avvenute intorno alle quattro del mattino del 19 aprile, ora locale, nei pressi di una base militare nel centro del paese, secondo quanto riportato dall’agenzia ufficiale Fars.
- Sono stati abbattuti dei droni, ma “finora non ci sono stati attacchi missilistici”, hanno dichiarato le autorità iraniane. E le strutture nucleari con sede nella regione di Isfahan sono “completamente sicure”, ha dichiarato l’agenzia Tasnim. Anche l’agenzia Irna ha annunciato che non ci sono stati “danni gravi”.
- I funzionari israeliani non hanno rilasciato alcuna dichiarazione per il momento.
- Esplosioni sono state segnalate anche nel sud della Siria, vicino a una postazione radar dell’esercito siriano, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Contesto:
- Questo attacco israeliano sembra essere la prima risposta all’attacco iraniano avvenuto la sera del 13 aprile. Per la prima volta nella sua storia, la Repubblica islamica aveva attaccato direttamente Israele, rompendo una strategia adottata da decenni.
- Israele aveva promesso una risposta “significativa e imminente” all’attacco iraniano. Tuttavia, sotto la pressione internazionale, in particolare degli Stati Uniti, Tel Aviv sembra aver optato per un’operazione limitata e calibrata.
- I funzionari iraniani avevano minacciato di rispondere immediatamente a un nuovo attacco israeliano.
- Nei giorni scorsi, Hezbollah ha effettuato attacchi di precisione contro il nord dello stato ebraico, come a voler lanciare il seguente messaggio: in caso di escalation, l’Iran non sarà solo. Le sirene di allarme sono suonate poco dopo l’attacco nel nord di Israele.
- Per tutta la settimana, gli Stati Uniti hanno esercitato forti pressioni sull’alleato israeliano per convincerlo a non reagire in modo tale da provocare una guerra regionale.
- Washington, che aveva chiesto al suo alleato di coordinare la sua risposta, è stata avvertita che un’operazione avrebbe avuto luogo entro 24-48 ore, senza colpire le strutture nucleari iraniane, secondo i funzionari statunitensi. Tuttavia, secondo un funzionario citato dalla Cnn, la Casa Bianca non avrebbe approvato la risposta israeliana.
La posta in gioco:
- Israele ha potuto coordinarsi con diversi paesi occidentali e arabi per difendersi dall’attacco iraniano. Questo coordinamento sarebbe stato seriamente compromesso da un attacco israeliano su larga scala all’Iran.
- Israele sembra aver voluto dimostrare di essere in grado di effettuare un attacco sul territorio iraniano cercando di evitare una risposta da parte di Teheran, in particolare evitando di colpire le installazioni nucleari.
- Gli israeliani sembrano aver agito in modo diverso dagli iraniani: sorpresa, danno, discrezione. Questo potrebbe consentire a entrambe le parti di salvare la faccia ed evitare una grave escalation. L’Iran ha riaperto il suo spazio aereo il 19 aprile, minimizzando quindi la portata di questi attacchi, anche se una fonte ha dichiarato all’agenzia Mehr, vicina ai Guardiani della rivoluzione, che le esplosioni sono state causate dall’intercettazione di tre droni da parte dei sistemi di difesa iraniani.
- L’attacco si inserisce quindi nella guerra ombra che da anni si combatte tra i due paesi, come indica l’assenza di rivendicazioni.
- Per il momento restano aperte diverse domande: qual era esattamente l’obiettivo israeliano in questo attacco, ed è stato raggiunto? Da dove è partita l’offensiva?
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