Ah, l’America! La terra dei liberi e la patria dei coraggiosi politici repubblicani che vogliono costringere le donne a fare figli ma non vogliono fare niente per assicurarsi che quei bambini abbiano di che nutrirsi. Gli Stati Uniti stanno sperimentando una penuria di latte artificiale (formula) a livello nazionale. La situazione è tragica: in Tennessee due bambini sono finiti in ospedale perché i loro genitori non sono riusciti a trovare il latte artificiale di cui avevano bisogno. New York ha dichiarato lo stato di emergenza e l’esercito degli Stati Uniti ha cominciato a trasportare in aereo forniture dall’Europa (l’hanno chiamata Operation fly formula).
La folla degli antiabortisti sta per caso facendo tutto il possibile per risolvere il problema? Macché. Quasi 200 repubblicani hanno di recente votato contro una proposta di legge che avrebbe fornito 28 milioni di dollari in aiuti alla Food and drug administration per alleviare la scarsità delle forniture. Nove repubblicani si sono inoltre opposti a una proposta di legge grazie alla quale i genitori a basso reddito avrebbero potuto accedere più facilmente al latte artificiale grazie a un programma governativo. Tutto molto tipico, in realtà. “Per la vita”, ve lo ricordate, significa stare dalla parte dei non nati. Quando poi nascono e cominciano ad aver davvero bisogno di cose, restano da soli. Si rimbocchino pure le loro manichine e andare!
La scarsità di latte artificiale non è uno spiacevole problema di filiera come tanti. I bambini non possono cominciare a mangiare cibi solidi prima di aver compiuto come minimo quattro mesi; se non c’è latte artificiale, non puoi dare a tuo figlio un panino al bacon. Né puoi “allattare al seno e basta” così, dall’oggi al domani, come ha suggerito qualcuno. Bette Midler ha twittato: “Provate ad allattare al seno! È gratis ed è disponibile quando serve”. Eric Sammons, direttore della rivista cattolica Crisis, ha twittato: “Direi che la speranza è che questo sia un campanello di allarme che ci induca a diventare più autosufficienti. Dio ha letteralmente progettato le madri perché possano nutrire i loro bambini”.
Un campanello d’allarme
Scusa, dio, ma il tuo progetto ha dei gravi problemi: ti suggerisco di tornare al tavolo da disegno. Forse potresti aggiungere un piccolo bottone da spingere quando vuoi che esca il latte? Questo sarebbe molto più facile rispetto alla configurazione attuale. L’allattamento al seno sarà anche “naturale”, ma per molte donne non è assolutamente facile. Non è qualcosa di cui siamo disposte a parlare abbastanza; anzi, prima della mia personale incursione nella genitorialità non avevo assolutamente idea di quanto tempo richieda e di quanto possa essere difficile l’allattamento al seno.
L’80 per cento del mercato del latte artificiale negli Stati Uniti è controllato da due aziende
Tra le tante sciocchezze bigotte e disinformate, Sammons però ha detto una cosa vera. Questa crisi dovrebbe effettivamente far suonare un campanello d’allarme: dovremmo chiederci tutti come abbia fatto il paese più ricco del mondo a ritrovarsi in questa situazione. Se è vero che entrano in gioco diversi fattori, la risposta semplice al perché nel paese più ricco del mondo ci sia carenza di latte artificiale è l’avidità delle grandi aziende.
Gli Stati Uniti adorano dipingersi come faro del capitalismo e i repubblicani fanno regolarmente allarmismo sull’Europa “socialista”. In realtà i mercati liberi funzionano molto meglio in Europa; lì c’è una concorrenza molto più sana rispetto agli Stati Uniti, dove poche grandi aziende accumulano profitti enormi e tutti gli altri ne pagano il prezzo. Una cosa che non cessa mai di stupirmi, da britannica che vive negli Stati Uniti, è per esempio quanto siano costose e limitate le scelte sulla banda larga qui. Per avere internet a casa posso scegliere tra due sole opzioni dal prezzo esagerato e sostanzialmente identiche.
Altri settori sono afflitti da problemi simili, compreso quello del latte artificiale: solo due aziende – la Abbott e la Reckitt Benckiser – controllano circa l’80 per cento del mercato negli Stati Uniti. Nestlé ha il 10 per cento. L’assenza di concorrenza nei mercati per la banda larga è già una cosa negativa, perché significa che i clienti sono costretti a pagare cifre assurde. Nel mercato del latte artificiale, però, questo significa che quando un’azienda ha problemi di produzione, i neonati rischiano di morire di fame. Perciò, sì, facciamo in modo che questo sia un campanello d’allarme. L’operazione per portare il latte in aereo non è che un misero cerotto. Quello che ci serve davvero è un’operazione per riparare il capitalismo.
(Traduzione di Giusy Muzzopappa)
Questo articolo è uscito sul quotidiano britannico The Guardian.
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