Pierre Omidyar, fondatore di eBay, a New York il 23 settembre del 2010. (James Leynse, Corbis)
Il 15 ottobre una notizia ha fatto il giro del mondo: il giornalista Glenn Greenwald lascia il Guardian. Greenwald è uno dei giornalisti più famosi del momento perché a giugno del 2013 ha ricevuto decine di documenti dall’ex collaboratore della National security agency Edward Snowden.
Grazie a Snowden, Greenwald ha svelato in un’inchiesta che dal 2007 il governo statunitense ha accesso e raccoglie i dati degli utenti delle principali aziende tecnologiche della Silicon valley tra cui Facebook, Google, Microsoft, Apple e Aol.
Greenwald lascia il Guardian perché ha accettato una proposta del fondatore di eBay, Pierre Omidyar, pronto a investire 250 milioni di dollari in una nuova startup di notizie. David Carr, giornalista del New York Times, ha intervistato Omidyar a proposito di questo nuovo progetto.
“Perché Omidyar ha deciso di investire proprio sulle notizie?”, chiede Carr. “Mentre le redazioni sono state ridotte e così anche la copertura delle notizie da parte dei giornali, ho potuto osservare direttamente qual è l’impatto del buon giornalismo d’inchiesta. Questo è il primo passo di un lungo percorso”, ha risposto Omidyar.
“Anche nei grandi paesi come il nostro, con una bellissima costituzione, c’è una pressione molto forte contro la libertà della stampa”, ha continuato Omidyar.
“Perché allora non hai comprato il Washington Post?”, chiede Carr. “A maggio abbiamo cominciato a pensare di comprare il Washington Post e siamo stati coinvolti nelle trattative. Poi ho capito che la passione e la competenza sono ingredienti fondamentali per il successo di un progetto. Ho pensato a giornalisti come Glenn Greenwald, Laura Poitras e Jeremy Scahill. Sono persone che vogliono essere trasparenti rispetto al loro lavoro. Non vogliono solo esprimere opinioni senza fondamento”.
Oltre ai soldi Omidyar metterà nel progetto la sua esperienza come esperto di tecnologia. “Pensa a quello che hanno fatto Google, Facebook, Twitter e eBay: hanno creato dei sistemi che hanno cambiato il mondo su larga scala”.
Di solito poche persone leggono le inchieste. “Noi vogliamo far arrivare le inchieste importanti a un pubblico più vasto. Sarà un servizio di pubblica utilità. Ma non è un compito facile”, spiega Omidyar. La tecnologia in questo senso può essere molto utile perché studia come coinvolgere i lettori e come far crescere la popolarità di una notizia in rete. * (ac)*
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