È un modo di dire gentile, quasi commovente: images orphelines, immagini orfane. Mentre i parlamentari francesi dibattono su un’eventuale legge per tutelare i fotografi, saccheggiati da “clienti” poco scrupolosi, così sono state ribattezzate le immagini per cui non devono essere pagati i diritti d’autore.
Ci sono dei casi in cui è lecito usare una foto con la semplice dicitura “diritti riservati” nel credit, se non si riesce a trovare l’autore per chiedere l’autorizzazione. Ma è una cosa che succede sempre più spesso, in particolare quando si compiono delle ricerche su internet, dove abbondano immagini “prese in prestito” e pubblicate senza il relativo credito. È una vera giungla di abusi. Anche da parte delle pubblicazioni di solito rispettabili e scrupolose.
La situazione è ulteriormente aggravata da un altro aspetto: l’uso sempre più diffuso di immagini distribuite gratuitamente da uffici stampa, teatri, gallerie, enti e via dicendo. Queste foto hanno sempre un autore, ma non sono mai firmate. Tanto più che, non distinguendo più tra informazione e promozione, la stampa abusa di queste immagini per i cosiddetti “redazionali”, cioè pubblicità mascherate da notizie, senza neanche avvertire i lettori.
Qualche anno fa, per gioco, insieme ad alcuni amici, avevo pensato di inviare delle fatture ai giornali, intestate a DR (diritti riservati). Se l’avessi fatto a quest’ora sarei ricco.
Internazionale, numero 874, 26 novembre 2010
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