È vero che è un oggetto di cui sono stati fabbricati solo 25 esemplari, nel 1923, e che oggi si è certi dell’esistenza di appena dodici di questi. È vero anche che si tratta di un prototipo di macchina fotografica di una marca mitica, la Leica. Comunque, dopo aver scoperto da una notizia dell’Afp che “messa in vendita a 300mila euro e stimata tra i 600 e gli 800mila euro, la Leica 0-Série (numero 116) è stata venduta a un milione e 800mila euro”, si resta comunque sorpresi. Gli apparecchi antichi suscitano un interesse sempre maggiore: appartengono alla categoria di ciò che è raro, quindi costoso. Una categoria in cui ci sono oggetti più simbolici di altri.

Anche se rari, sono comunque oggetti industriali, ma questo record raddoppia quello stabilito sempre in un’asta della galleria specializzata Westlicht di Vienna l’anno scorso, e polverizza i 360mila euro spesi per un apparecchio simile nel 2007. Questi prezzi spettacolari confermano il valore di oggetti antichi eccezionali, che contribui­scono ad arricchire il mercato dell’arte. Ma è interessante notare che nel momento in cui il mercato delle stampe fotografiche è in stallo, perché dipende da grandi firme dell’arte contemporanea e rare lastre dell’ottocento o dei primi del novecento, la tecnica diventa un valore di altissimo livello. Può anche darsi che, nell’era del digitale, stia nascendo una nostalgia per la vera fotografia.

Internazionale, numero 949, 18 maggio 2012

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