La morte di certe persone segna la fine di un’epoca, un po’ come se si voltasse pagina una volta per tutte. Almeno sembra così dopo la scomparsa di Walter Keller, critico, gallerista ed editore di Zurigo.

Nel 1984 fu cofondatore della rivista Parkett, che creò e animò, fino al 2008, le edizioni Scalo. Aprì una galleria con sedi a Zurigo e New York e partecipò alla creazione del Fotomuseum di Winthertur. E fu protagonista di tante altre attività. Parla molto chiaramente per lui la lista dei fotografi che ha pubblicato: Gilles Peress, Nan Goldin, Robert Frank, Boris Mikhailov, Richard Prince, Larry Clarck, Balthasar Burkhard, Seydou Keita, Malik Sidib.

E sempre a lui si deve la riscoperta di Jakob Tuggener. Se ancora non fosse chiaro, stiamo parlando di una persona che ha fatto la storia della fotografia. Anche grazie a Keller l’immagine d’argento è entrata nel regno dell’arte contemporanea, si è scrollata di dosso i suoi complessi e si è ritrovata nei cataloghi accanto alle opere di grandi pittori contemporanei.

Sempre esigente e innamorato dei libri, ha rifiutato le etichette, sostenendo con forza le opere fondate sulla necessità e l’impegno. Elegante e spiritoso, Keller non amava il compromesso. È stato uno dei grandi editori di fotografia degli ultimi trent’anni e un vero editore contemporaneo.

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