Che faresti se scoprissi di avere un figlio gay?–Luigi

Siccome sono gay anch’io, rigirerei la domanda: come reagirei se avessi un figlio etero? Be’, sarebbe uno shock. All’inizio cercherei di illudermi che sia una fase passeggera perché, diciamoci la verità, la vita per gli eterosessuali non è semplice. Però rassicurerei mio figlio, dicendogli che io e suo padre gli vogliamo bene comunque. Sarei contento della sua decisione di parlarne con noi, ma credo che per capirci qualcosa in più frequenterei un’associazione di genitori con figli etero. Gli direi che, se un giorno avesse un’amica speciale, non dovrà vergognarsi di portarla a casa.

Dargli il massimo sostegno, però, non vuol dire sottovalutare i rischi. Lo metterei in guardia dai pericoli del mondo eterosessuale (dalle gravidanze indesiderate alle risse nei bar) senza dimenticare il peggiore di tutti: l’ossessione per il calcio. Dovrei rinunciare al sogno che mio figlio diventi un parrucchiere o un campione di pattinaggio artistico e rassegnarmi all’idea di stirargli le camicie e preparargli la cena fino a trent’anni. Ma alla fine reagirei bene. Per fortuna la vita è molto più ricca dei nostri piccoli cliché. Ne sa qualcosa mia madre: con un figlio gay pensava di aver risolto per sempre il problema della messa in piega, e invece per stare dietro ai miei figli non ha più avuto il tempo di andare dal parrucchiere.

Internazionale, numero 938, 2 marzo 2012

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